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Siamo gli irochesi
Nel lacrosse, disciplina che affonda le origini nella storia nordamericana, c’è una squadra che tiene alta la bandiera dell’identità culturale indigena (e ultimamente ha perfino sconfitto la nazionale Usa). Ramin Talaie li ha fotografati sul campo
(dicembre 2012)
Lacrosse, sport nazionale in Canada e molto amato negli Usa, discendente del baggataway che gli amerindi giocavano da secoli, è rappresentato nei tornei internazionali da una vera nazionale indigena. Nei secoli passati le sue competizioni servivano anche a regolare dispute fra tribù. Oggi, dopo molte trasformazioni, questo sport di squadra, sia maschile sia femminile, ha negli irochesi (una confederazione di sei tribù storicamente insediate tra nord-est degli Usa e Canada) dei protagonisti particolari. Nel lacrosse gli irochesi sono riconosciuti come una nazione indipendente, gli Iroquois Nationals, e viaggiano con speciali passaporti (anche se durante gli ultimi campionati mondiali in Gran Bretagna non sono mancate le questioni diplomatiche e i problemi di dogana). Sono la prima squadra di nativi che, da oltre vent’anni, è ammessa a giocare nella International Lacrosse Federation e sono in crescita, se si considera che questa estate la formazione giovanile ha vinto il bronzo ai mondiali e la nazionale maggiore ha battuto per la prima volta gli Usa, dominatori indiscussi nella disciplina, su un campo internazionale.
Le due squadre da 10 (12 le donne) si affrontano in incontri da 80 minuti cercando di segnare punti nelle porte avversarie lanciando la palla con una sorta di racchetta triangolare munita di una rete all’estremità.
Tra i primi europei a scoprire questo sport fu il gesuita francese Jean de Brébeuf (martirizzato nel 1649) che avrebbe introdotto il nome lacrosse per la somiglianza della racchetta con il pastorale dei vescovi (in francese, crosse).
Ramin Talaie
Fotogiornalista di origini iraniane, Ramin Talaie (www.ramintalaie.com) vive e lavora a New York, dove si è formato alla Adelphi University. Ha fondato l’agenzia fotografica Document Iran Images (www.documentiran.com) con sede nella Grande mela.
Ha collaborato con i principali quotidiani Usa ed europei, dal New York Times al Wall Street Journal a The Guardian. Tra i suoi lavori, Where is my vote (2009), dedicato alle ultime contestate elezioni iraniane. Nel 2010 ha esposto alla National Portrait Gallery di Londra e ha lavorato ad Haiti dopo le devastazioni del terremoto. Segue da vicino il movimento di Occupy Wall Street.
2012. Nonsolosport
Nel 2012, anno delle Olimpiadi di Londra, i Pics sono dedicati allo sport, strumento di promozione sociale, valorizzazione delle culture e riconciliazione.