Home page
Webmagazine internazionale dei gesuiti
Cerca negli archivi
La rivista
 
 
 
Pubblicità
Iniziative
Siti amici
Primo piano
Cerca in Primo Piano
 
A un gesuita il Nobel francese per la Pace
20 novembre 2012
Il 22 novembre il gesuita colombiano Francisco De Roux riceverà a Parigi il Premio 2012 per la prevenzione dei conflitti indetto dalla Fondazione Chirac, considerato il Nobel francese per la pace. Della giuria fanno parte, oltre che l'ex presidente transalpino, anche l'ex segretario dell'Onu Boutros Boutros-Ghali e Federico Mayor, già direttore dell'Unesco.
«Un uomo tranquillo e modesto fino all'esagerazione»: così il sito dei gesuiti colombiani descrive Francisco De Roux, 69 anni, dal 2008 superiore provinciale dei gesuiti, ma per lunghi anni impegnato in prima linea nella difesa dei diritti umani e nella denuncia delle ingiustizie compiute in un Paese in guerra civile permanente.
Una tranquillità che nasconde però un carattere di ferro, se è vero che padre Pacho, come viene chiamato da tutti, è passato attraverso minacce, uccisioni di compagni di percorso, pressioni di ogni tipo. Non a caso, quando gli hanno comunicato l'assegnazione del prestigioso Premio Chirac, ha commentato: «Questo premio , come altri che ho ricevuto, è merito di uomini e donne che hanno dato la vita per la pace in Colombia e con cui ho avuto il privilegio di camminare. Se accetto di riceverlo, lo faccio per loro, appartiene alla loro causa».
Entrato nella Compagnia di Gesù a 16 anni, dopo gli studi di teologia e filosofia, viene inviato dai superiori in un barrio di periferia di Bogotá: «Nella vita misera di questo quartiere - racconta - ho capito che, insieme alla teologia, necessaria per diventare sacerdote, dovevo studiare economia. per lottare efficacemente contro l'ingiustizia sociale. In realtà, dopo sette anni di studi, mi sono reso conto che i problemi umani sono molto più profondi e complessi di ciò che insegna l'economia».
Entrato come ricercatore al Centro de investigación y educación popular (Cinep), una delle istituzioni più prestigiose dei gesuiti colombiani, ne diventa direttore per dieci anni, periodo in cui continua comunque a vivere in un quartiere di periferia, il San Martín, abitato soprattutto da operai. Amato tanto dai poveri quanto dagli intellettuali della capitale, sostiene scioperi e proteste popolari degli anni Settanta e Ottanta per chiedere maggiore equità e diritti.
Nel 1995 la svolta: si trasferisce nel Magdalena Medio, zona rurale in cui tocca con mano tutte le ferite della infinita guerra civile colombiana: violenze, sparizioni forzate, disperazione. Per 13 anni al lavoro al fianco di contadini, donne e giovani, sviluppa progetti che cercano di migliorare le condizioni della popolazione e di favorire la pace. Nel 2008 viene nominato superiore provinciale dei gesuiti, ma non smette di lavorare per la promozione della giustizia e di perseguire la pace. Appoggia con decisione il negoziato tra la delegazione del governo colombiano e quella delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) per tentare di porre fine ai 48 anni di conflitto, avviato nell'ottobre scorso in Norvegia.
Inevitabili, arrivano nuovi attacchi. Pochi mesi fa un noto giornalista colombiano lo ha accusato di essere un «prete guerrigliero», di organizzare rapimenti e di fare accordi con i paramilitari. Padre De Roux ha risposto alla sua maniera: ha inviato una mail al giornalista in cui respingeva le accuse e invitava l'interlocutore a un incontro. «Così - dice - mi sono ritrovato a dialogare tranquillamente con uno dei miei più duri detrattori».
.
Stefano Femminis

© FCSF – Popoli