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Gaza, distrutta la scuola "italiana"
22/07/2014
«Il centro per l’infanzia, l’ambulatorio pediatrico e la mensa annessa sono stati rasi al suolo domenica. Non ci sono state vittime perché sia il personale dello staff, sia i bambini si erano spostati nel campo profughi di Jabailia». Serena Boldini, dell’Ong Vento di Terra, conferma la distruzione della struttura costruita dall’associazione milanese nel 2011, grazie al contributo della Cooperazione italiana, della Conferenza episcopale italiana e dell’Unione europea.

La scuola materna si trova ai margini del villaggio di Um al Nasser, vicino ai confini con Israele. Una località nella quale, in caso di attacco di terra, i mezzi dell’esercito israeliano sono costretti a passare per dirigersi verso la zona meridionale della Striscia di Gaza. E infatti, dopo l’annuncio dell’offensiva terrestre, restare nel villaggio è diventato pericoloso. I mezzi corazzati e i militari con la Stella di Davide hanno circondato le case e hanno iniziato a sparare. Da Um al Nasser, una colonna di cinquemila uomini, donne e bambini si sono incamminati verso Jabailia cercando di mettersi in salvo dai combattimenti. «La scorsa settimana - continua Serena Boldini - il pericolo è cresciuto. Lo staff ha così deciso di chiudere la struttura e trasferirsi nel campo di Jabailia. Anche se nel campo, che è gestito dall’Onu, le infrastrutture sono al limite del collasso».

Nel frattempo i soldati di Gerusalemme hanno occupato il villaggio e hanno raso al suolo tutte quelle case che rientravano nella zona di sicurezza, cioè quell’area che Israele sta creando per evitare che i miliziani di Hamas installino le batterie di missili prendendo di mira le cittadine al di là della frontiera. La scuola materna è stata così completamente distrutta. «Era una struttura all’avanguardia - continua -, costruita secondo principi biocompatibili. La corrente elettrica veniva fornita da pannelli fotovoltaici, le acque venivano trattate con fitodepuratori. I bambini venivano curati nel piccolo ambulatorio e potevano mangiare nella mensa che era stata inaugurata pochi mesi fa. Era anche un’occasione di lavoro per il personale dello staff: una decina di persone tra insegnanti e personale amministrativo».

Vento di Terra non intende lasciare senza aiuto gli abitanti della zona. «Oggi l’offensiva è ancora in corso e non si parla neppure di un cessate-il-fuoco - conclude - ma, terminato questo momento difficile, noi torneremo a Gaza. Valuteremo quali saranno i bisogni della comunità e li aiuteremo nel processo di ricostruzione».
Enrico Casale
© FCSF – Popoli