La nascita di un nuovo giornale è sempre una buona notizia perché la pluralità dell’informazione è uno dei presupposti della democrazia. Se questo periodico nasce in un Paese retto da un dittatore ed è l’unico organo di stampa non di regime, allora la notizia ha un valore ancora maggiore.
La testata si chiama L’Eco di Forto ed è stata distribuita per la prima volta oggi in Eritrea. Ovviamente la diffusione non è alla luce del sole. Il foglio viene fatto circolare in modo clandestino perché Asmara non tollera nessuna forma di espressione che vada al di là dei bollettini di regime. Non è un caso che da anni proprio l’Eritrea figuri agli ultimi posti della classifica sulla libertà di stampa. Il giornale, voluto e realizzato dal Freedom Friday Movement, un movimento di resistenza a Isayas Afeworki, è stato pubblicato il 18 settembre perché ricorre il 12° anniversario del bando di ogni media la cui proprietà fosse privata e non legata al partito al potere. I fondi per la stampa e la distribuzione sono garantiti dai simpatizzanti del movimento che si sono organizzati grazie ai social network.
L’Eco è in due lingue (arabo e tigrino) e gli articoli sono scritti da giornalisti che vivono sia in Eritrea sia all’estero. Un modo per collegare la resistenza interna al Paese con quella della diaspora, che è uno dei principali obiettivi del Freedom Friday Movement. «Sebbene ci rendiamo conto che una pubblicazione underground con una diffusione limitata non risponda alla necessità di una stampa libera - spiegano in un documento riservato fatto pervenire dagli editori a
Popoli.info -, l’Eco è un contributo per mantenere viva la speranza in un futuro di democrazia e libertà per l’Eritrea».
Enrico Casale