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Israele, la pace con l’Iran passa da Facebook
21 marzo 2012
Fino allo scorso sabato Ronny Edry era semplicemente un graphic designer che, insieme alla moglie Michal, insegnava nella scuola di design Pushpin Mehina a Tel Aviv. Poi, sabato 17 marzo in tarda serata, sul profilo Facebook di un amico israeliano compare un’immagine nei colori del giallo, rosa e verde, raffigurante un giovane uomo che tiene in braccio una bambina, con la scritta: «Iranians we will never bomb your country - We love you» («Iraniani non bombarderemo mai il vostro Paese - Noi vi amiamo»). È Ronny con la figlioletta. Nel giro di poche ore le immagini, sempre nello stesso formato e colori, si moltiplicano, così come gli israeliani che sposano la campagna e si fanno testimonial di un annuncio di pace che supera confini e governi. Fotografie di ragazzi, ragazze, bambini, anziani, famiglie, coppie (etero e gay e persino pii ortodossi - lui con kippah e lei con foulard a coprire i capelli) dilagano sul social network.

 L’idea di Ronny Edry di far partire una campagna dal basso, che si diffonda in modo virale, ha fatto centro. Il suo manifesto è semplice, chiaro e parla ai cuori: «Al popolo iraniano, a padri, madri, fratelli, sorelle, figli. Affinché ci sia una guerra tra di noi, dovremmo odiarci e aver paura l’uno dell’altro. Ma io non ho paura di voi e non vi odio. Nessun iraniano mi ha mai fatto del male. Non sono un rappresentante ufficiale del mio governo, sono un padre e un insegnante. Conosco la gente della mia città e del mio Paese e posso dirvi che non vi odiano, ma anzi vi amano. Non vogliamo farvi del male, ma vogliamo incontrarvi, prendere un caffè con voi e fare due chiacchiere. A tutti quelli che la pensano come me, chiedo di condividere il messaggio e farlo giungere al popolo iraniano».

Il feedback, benché inizialmente timido, è straordinario. Con account nascosti, o nomi fittizi dall’Iran rispondono al designer con commozione, apprezzamento, gratitudine. Mutuando il logo, lo stile e i colori della campagna di Edry, compaiono sul web migliaia di fotografie (alcune dai volti un po’ nascosti, per ovvi motivi di sicurezza), con scritto: «Israelis we never hate you, we love you». «Ormai sono migliaia i messaggi che stanno giungendo sul nostro sito internet e sul profilo Facebook - spiega Ronny, che da sabato notte non si è staccato dal computer - e con le adesioni da tutto il mondo è arrivato anche l’interesse dei media. La notizia è stata ripresa negli Stati Uniti, in tutta Europa, da siti e da tv, persino il Libano». Qualcosa si deve essere mosso anche nelle alte sfere, se ieri, in occasione del Newrooz, il capodanno persiano, il presidente Shimon Peres ha postato sul suo nuovissimo profilo Facebook un saluto e un augurio per questa ricorrenza a tutti gli iraniani. E Obama lo ha seguito, a poca distanza di tempo, oggi.

Prove di distensione tra Israele e Iran? Piuttosto la forza del dialogo dal basso: quando centinaia di migliaia di comuni cittadini si parlano e si cercano per dirsi amici, denunciando il regime e la repressione (il caso di molti messaggi iraniani) e smarcandosi da un governo sordo e guerrafondaio (gli israeliani), qualcuno dovrà pur tenerne conto.
 Alessandra Abbona
© FCSF – Popoli
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