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Marocco, vincono i «sì». Ma le proteste continuano
6 luglio 2011
La vittoria dei «sì» nel referendum costituzionale dell’1-3 luglio non ha fermato le manifestazioni. Nel fine settimana migliaia di persone sono scese in piazza nella capitale Rabat, a Tangeri e a Casablanca. I manifestanti hanno continuato a rivendicare riforme più incisive che trasformino la monarchia marocchina in una moderna monarchia costituzionale sul modello europeo, giudicando troppo «tiepide» le modifiche introdotte con la nuova Costituzione. Non solo, hanno accusato il governo di aver mentito sul tasso di affluenza alle urne e di aver commesso brogli.

Ufficialmente, sulla base dei dati forniti dal ministero dell’Interno, il tasso di partecipazione al referendum è stato del 73,46% (quasi 10 milioni sui 13 aventi diritto). I sì alla Carta fondamentale proposta dal sovrano sono stati il 98,50%. Il testo della nuova Costituzione prevede un rafforzamento dei poteri di primo ministro e parlamento, ma mantiene quasi inalterate le prerogative del sovrano, che rimane la figura centrale del sistema politico marocchino.

«Il risultato del referendum - spiega Brahim Baya del coordinamento italiano del Movimento 20 febbraio - è falsato. È evidente che ci sono stati brogli e le cifre, sia quelle relative all’affluenza sia quelle dei “sì”, sono state gonfiate. Il regime aveva bisogno di una ratifica alle sue decisioni e ha fatto di tutto per ottenerla, anche con irregolarità. Le manifestazioni del nostro movimento quindi non si fermeranno. Anche perché noi non chiediamo solo una riforma della Costituzione, ma anche una lotta più efficace alla corruzione e alle violazioni dei diritti umani, la scarcerazione dei prigionieri politici e l’attuazione di politiche di giustizia sociale che ridistribuiscano la ricchezza anche tra gli strati più poveri della popolazione. Temo che nelle prossime settimane ci sarà un’escalation delle proteste. C’è qualcuno che si è già spinto a chiedere non più riforme, ma l’abbattimento della monarchia».
Enrico Casale

© FCSF – Popoli
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