«Ho incontrato questa donna sulla strada che collega Abuja a Enugu, in Nigeria - racconta Fulvia Boniardi, autrice dell’immagine in apertura -, mentre vendeva pesce secco. Una donna hausa piccola e minuta, con occhi pieni della saggezza, dignità, purezza e forza di una vera donna africana». Boniardi è anche autrice della foto delle donne sedute a battere la manioca per produrre farina (Mussende, Angola), mentre un’altra donna, accompagnata dai figli, la coltiva a Pemba (Tanzania, foto di Giulia Anghelone). Attraverso il Ghana, Giulia Miotto ha raccontato (in bianco e nero) le donne commercianti nella vivacità di un mercato di Takoradi, madri emancipate che hanno conquistato il congedo pagato negli impieghi pubblici, nonché aderenti a forme di sincretismo religioso che si sovrappone al cristianesimo diffuso. Annamaria Batani ha intitolato Multicolor l’immagine di donne coperte di stoffe sgargianti che sorridenti puliscono il loro pesce al mercato di Mbour (Dakar), dove una ragazza dallo sguardo lontano è seduta immobile sotto un tetto di paglia riflesso sul volto. Infine, le africane sono spesso protagoniste coraggiose della migrazione: Antonio Maini ha ritratto una giovane in viaggio con figli e bagagli su un furgone diretto a Nanpula (Mozambico) e Marco Semenzin ha presentato un’immagine scattata a Imola, presso un’associazione, Trama di terre, impegnata nella tutela delle migranti.
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