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Addio a Romeo, un'altra vittima delle lotte per la giustizia nelle Filippine
27/03/2014

Migliaia di persone hanno partecipato domenica 23 marzo ai funerali di Romeo Capalla, ucciso a colpi di arma da fuoco nell’isola di Panay, nelle Filippine centrali. In tutta Panay Capalla era conosciuto per il suo impegno per i poveri. Ma non solo: messaggi di cordoglio e solidarietà sono arrivati da mezzo mondo, perché da trent’anni era impegnato nel campo del commercio equo e solidale con Pftc, organizzazione che produce zucchero e banana chips destinati all’esportazione in Italia e in Germania e di cui era diventato il responsabile. Il lavoro di Pftc, che nel nostro Paese collabora con Altromercato, nel contesto dell’isola filippina significa difesa dei diritti umani e impegno per la giustizia, come Popoli ha raccontato nel fotoreportage Pics di marzo Il campo dei diritti.

I giornali filippini hanno sottolineato questa onda di solidarietà, oltre che di condanna per l’omicidio.  Ai funerali molti chiedevano, a parole o con le scritte sulle magliette, «Justice for Romeo Capalla». Il suo impegno discreto ma intenso è stato ricordato dal fratello, ex arcivescovo di Davao, che ha celebrato i funerali. «Da giovani ci facevamo spesso tre domande fondamentali - ha detto nell’omelia mons. Fernando Capalla -: Chi sono i poveri? Dove sono i poveri? Perché sono poveri? [...] attraverso il suo impegno come direttore di Pftc, Romeo aveva trovato dove e come aiutare le persone povere materialmente, toccando le coscienze dei ricchi e dei potenti che sono poveri moralmente».

Capalla è stato ucciso tra la gente di un mercato. Resta da capire il movente: secondo le associazioni per i diritti umani di Panay, l’omicidio è il culmine di una serie di soprusi che gli hanno inferto i militari. Nel 2005 Romeo aveva subito un arresto con l’accusa di avere ordinato l’incendio di uno stabilimento, ma era stato riconosciuto estraneo ai fatti. Fin dagli anni Ottanta aveva subito accuse di appartenere a gruppi ribelli.

Il suo assassinio è l’ultimo di una serie di violenze, rapimenti e minacce che nelle Filippine hanno colpito centinaia di attivisti per i diritti umani, sindacalisti, ambientalisti, insegnanti o contadini impegnati nel rivendicare la riforma agraria. «La morte di persone umili come Romy è una nuova primavera nell’arido deserto della nostra società socialmente “disidratata” - ha aggiunto il fratello arcivescovo -. La forza del loro buon esempio scorre come un’onda di acqua viva che dà speranza e vita nuova».

Francesco Pistocchini
 

© FCSF – Popoli