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Dichiarazione sulla Siria
25 ottobre 2013

Conferenza dei Provinciali europei
 
Roma, venerdì 25 ottobre 2013
 
Noi, Provinciali gesuiti, in qualità di Superiori Maggiori della Compagnia di Gesù in Europa e Medio Oriente, accogliamo con favore la recente dichiarazione del Santo Padre sulla Siria. Con tutta la sua forza ha sensibilizzato l'opinione internazionale sulla tragedia siriana e chiesto "a tutte le parti coinvolte nel conflitto di ascoltare la voce della loro coscienza e di non chiudersi soltanto nei propri interessi" (Papa Francesco, Angelus, 1 settembre 2013). Insieme a lui noi affermiamo che "il risultato dell'uso della violenza non è mai stata la pace" ma che l'unica via verso la pace è la cultura dell'incontro e del dialogo.

Passi verso la pace
Pertanto ci rallegriamo per la cessata minaccia degli attacchi aeri contro la Siria e incoraggiamo l'avvio del processo che mira alla distruzione di tutte le armi chimiche presenti sul suolo siriano. Accogliamo con favore l'avvio dei negoziati per una conferenza di pace sulla Siria e sollecitiamo un rapido, coraggioso e risoluto proseguimento del processo di pace. Chiediamo a tutte le parti in conflitto come anche alla comunità internazionale:
- di cercare con urgenza un cessate il fuoco garantito da un'autorità internazionale;
- di stabilire una road-map per preparare un incontro di tutte le parti in conflitto;
- di convocare una conferenza di pace che raggiunga un accordo comune a salvaguardia della vita del popolo siriano.
 
Mobilitazione sociale e civile
Allo stesso tempo, chiediamo anche la mobilitazione di tutte le agenzie sociali e civili per aiutare il popolo siriano ad affrontare una delle più grandi tragedie umanitarie dei nostri tempi. La cura dei rifugiati, sia all'interno che fuori del paese (circa un quarto della popolazione), il bisogno di cibo, medicine e assistenza sanitaria, la liberazione dei detenuti e degli ostaggi e la riapertura delle scuole continuano ad essere le necessità più impellenti.
 
Interessi in gioco
Vogliamo inoltre richiamare l'attenzione sulla necessità di riconoscere e identificare i veri interessi in gioco, sia a livello locale che regionale o internazionale, che, purtroppo, non sempre sono in sintonia con quelli del popolo siriano. In particolare, chiediamo di riflettere sulle conseguenze della produzione e vendita di armi; chiediamo di fermare la fornitura e la vendita di armi a tutte le parti in conflitto.
 
Discernimento  necessario
Insieme alla più vasta comunità internazionale vorremmo anche sollecitare il rifiuto di qualsiasi forma di sostegno, sia diplomatico che militare, a qualunque partito che sostiene apertamente forme di violenza, fanatismo o estremismo. Il rispetto per la dignità delle persone e dei diritti umani deve costituire il criterio e il principale punto di riferimento per qualsiasi aiuto materiale.
 
Comunità cristiane in Siria
Infine, vogliamo segnalare in particolare i maltrattamenti e la persecuzione delle comunità cristiane che vivono all'interno del paese. Presenti in Siria fin dall'inizio dell'era cristiana, queste comunità costituiscono un elemento inscindibile del suo tessuto sociale e della sua ricchezza culturale e contribuiscono attivamente al suo sviluppo. Soluzioni che sostengono l'esilio o l'eliminazione di queste comunità sono inaccettabili. Intendiamo incoraggiare queste comunità cristiane e assicurare che possono svolgere un ruolo prezioso nelle loro comunità tramite la fedele testimonianza del Vangelo: un Vangelo che chiede pace, giustizia, perdono, comprensione e riconciliazione.

© FCSF – Popoli