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"Figli di immigrati irregolari senza pediatra: un danno per tutti"
17 luglio 2013

La bocciatura da parte del Consiglio regionale della Lombardia della mozione presentata da Umberto Ambrosoli e dal Pd che chiedeva l’accesso ai servizi di pediatria per i bambini figli di stranieri privi di permesso di soggiorno porterà a un aggravio di costi per il servizio sanitario. Popoli.info ne ha parlato con gli operatori dell’Assistenza sanitaria San Fedele.


«Il mancato accesso ai servizi di pediatria per i bambini stranieri privi di permesso di soggiorno porterà conseguenze negative sia per il sistema sanitario regionale sia per gli stessi bambini». Tommaso De Filippo, coordinatore dell’Assistenza sanitaria San Fedele, commenta così la bocciatura - sancita il 2 luglio dal Consiglio regionale della Lombardia - della mozione presentata da Umberto Ambrosoli e dal Pd che chiedeva un’estensione dell’assistenza ai figli di immigrati irregolari. Decisione contro cui si stanno mobilitando diverse organizzazioni tra le quali la Federazione italiana medici pediatri, l’Associazione culturale pediatri, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. E che anche Popoli ha subito criticato.

De Filippo parla sulla base dell’esperienza del servizio di pediatria che da più di tre anni opera presso le strutture dell’Assistenza (che si occupa della distribuzione dei farmaci alle persone bisognose), in piazza San Fedele a Milano. Un servizio, quello pediatrico, aperto una volta la settimana che, grazie all’opera di tre medici, due pedagogisti e di una responsabile, ha assistito complessivamente 250 bambini stranieri (600 visite), la maggior parte figli di genitori senza regolare permesso di soggiorno. «La maggior parte di questi bambini - spiega Elena Morandi, la responsabile del servizio - ha meno di 3 anni. In questi anni abbiamo riscontrato le stesse patologie che normalmente affliggono i loro coetanei italiani: infezioni delle vie aeree, dermatiti, otiti, allergie, gastroenteriti. In molti casi, si tratta di bimbi in sovrappeso e a rischio di obesità perché mangiano cibo di qualità scadente. Ma non abbiamo mai riscontrato patologie particolari legate ai Paesi di provenienza».

A questi piccoli, anche se i genitori sono senza permesso di soggiorno, la legge sull’immigrazione garantirebbe le cure sanitarie. La mancata approvazione dei decreti attuativi ha però lasciato un vuoto normativo. Per cui molte famiglie non riescono a farsi assegnare un pediatra di base e spesso neanche il codice Stp (che garantisce le cure agli extracomunitari irregolari). «Grazie a una convenzione con l’Asl - osserva Tommaso De Filippo - noi possiamo chiedere, a nome dello straniero irregolare, il codice Stp alla struttura sanitaria. Ciò permette loro di poter accedere a cure regolari».

La mancata approvazione della mozione presentata da Ambrosoli rischia però di aggravare la situazione. «Di fronte alla malattia del figlio - continua De Filippo - a un immigrato irregolare non rimarrà che ricorrere al pronto soccorso più vicino. Intasando così strutture già sovraccariche. Spesso poi, per paura di denunce, lo porterà solo quando il piccolo è in condizioni gravi e magari necessita di un ricovero. Tutto ciò si traduce in costi elevati per il nostro servizio sanitario. Costi certamente maggiori di quelli che dovrebbe sopportare se garantisse a tutti i piccoli l’accesso a un pediatra».

L’assistenza sanitaria San Fedele sarà in qualche modo toccata da questo mancato provvedimento? «Ci aspettiamo - conclude De Filippo - un maggiore carico di lavoro. La cosa che mi preme sottolineare comunque è che i bambini, soprattutto quelli in tenera età, hanno bisogno di assistenza sanitaria anche quando non si ammalano. Il bambino infatti va sempre seguito nella sua crescita anche quando è sano. Il pediatra poi offre ai genitori anche un’essenziale consulenza in campo igienico-sanitario. Creando quindi i presupposti per evitare un eccessivo ricorso alle strutture sanitarie».

Enrico Casale

© FCSF – Popoli