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Il Sudafrica si affida ancora all’Anc
9/05/2014
L’African National Congress ha vinto le elezioni sudafricane che si sono tenute mercoledì 7 maggio. Il partito di Nelson Mandela (nelle prime consultazioni dopo la sua morte) ha ottenuto il 62% dei consensi, quattro punti percentuali in meno rispetto all’ultima tornata elettorale del 2009. La nuova Assemblea nazionale sarà ora chiamata a eleggere il Presidente della Repubblica. Considerata la maggioranza schiacciante dell’Anc, è scontato che venga affidato un secondo mandato a Jacob Zuma, il presidente uscente espressione proprio dell’African National Congress.

Le sorprese di questo voto sono state altre.
Anzitutto l’affluenza alle urne. Molti osservatori temevano un astensionismo di massa. Invece si è registrato il 72% di votanti, un dato in crescita rispetto al 56% del 2009. Non si è verificata la tanto temuta (da politologi e mass media) disaffezione al voto.
La seconda sorpresa sono i buoni risultati delle due principali formazioni di opposizione. L’Alleanza Democratica di Hellen Zille si è attestata al 23%, con un balzo in avanti di 5 punti percentuali rispetto a cinque anni fa. Una performance che potrebbe segnare un punto di svolta per questo partito. Considerato in passato come bacino di voti della minoranza bianca, Alleanza Democratica si sta sempre più proponendo come una formazione nazionale capace di attrarre i voti di tutti i sudafricani. Una politica che può far breccia sull’elettorato moderato scontento dell’Anc. Anche l’Economic Freedom Fighter, il partito di Jules Malema, ha «pescato» tra gli scontenti dell’Anc rastrellando però i voti dell’estrema sinistra e attestandosi al 4,6%.

L’Anc
ora dovrà risolvere quelle forti contraddizioni che in vent’anni non è riuscito ad affrontare con successo. Il Sudafrica è un Paese ricco di materie prime e con un industria sviluppata, ma nel quale il 40% dei cittadini è senza lavoro e dove a una minoranza ricca (composta dai bianchi e dalle nuove classi nere agiate) si contrappone una maggioranza (soprattutto nera) poverissima e senza possibilità di accedere ai servizi sociali di base. La scommessa per l’Anc è quindi quella di appianare i contrasti sociali aprendo l’economia a chi oggi ne è escluso. Il partito proporrà il National Development Plan, un piano che rigetta lo strumento delle nazionalizzazioni scommettendo su investimenti e infrastrutture. Un ulteriore fallimento potrebbe portare l’Anc a un lento, quanto inesorabile, declino. E il Sudafrica a un ulteriore impoverimento.
Enrico Casale
© FCSF – Popoli
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