Home page
Webmagazine internazionale dei gesuiti
Cerca negli archivi
La rivista
 
 
 
Pubblicità
Iniziative
Siti amici
Primo piano
Cerca in Primo Piano
 
Il primo gesuita della Birmania
29 maggio 2013

La Compagnia di Gesù in Birmania ha finalmente ripreso vita con l’ordinazione del primo padre gesuita birmano della storia, Wilbert Mireh. Osservando la folla di fedeli che il 1º maggio riempiva la cattedrale di Cristo Re a Loikaw, nello Stato autonomo di Kayah nell’Est del Paese, uno studente gesuita, William-Paul, ha voluto esprimere il suo grazie per un evento le cui implicazioni andranno al di là delle persone presenti. «Abbiamo atteso a lungo di avere un padre gesuita - ha detto -. Ora è come una luce, una sorta di chiara ed evidente benedizione di Dio e un segno che la Compagnia di Gesù è davvero nata anche in Birmania».

Il clima a Loikaw rifletteva l’eccezionalità dell’evento: alla vigilia dell’ordinazione, amici, vicini e ospiti venuti da lontano hanno riempito la casa dei genitori di Wilbert dove era stato preparato un grande banchetto. Il mattino seguente hanno formato una processione accompagnata da danzatori e musicisti tradizionali, membri della Chiesa locale e due altri seminaristi che sono stati ordinati preti della diocesi locale. Il raduno esprimeva la forza della comunità locale a Loikaw, come ha potuto osservare Mark Raper, presidente della Conferenza dei gesuiti dell’Asia-Pacifico e superiore della missione in Myanmar. «È un tempo in cui la fede delle persone si risolleva e tocca il cuore di Dio - ha detto padre Raper ai presenti -. Un prete ha bisogno di sviluppare radici e questo avviene nel miglior modo quando la fede è profonda».

Ci sono voluti 473 anni - il tempo trascorso da quando esiste l’ordine fondato da sant’Ignazio - perché questa ordinazione avesse luogo. Benché i gesuiti portoghesi avessero portato il cattolicesimo nell’allora regno di Pegu e i gesuiti statunitensi avessero lavorato successivamente in Birmania negli anni Cinquanta e Sassanta del Novecento, la situazione politica difficile del Paese impedì alla Compagnia di Gesù di svilupparsi. Dal ritorno dei gesuiti nel 1998 c'è stato un lavoro discreto e assiduo accanto alla Chiesa cattolica locale nel formare i giovani religiosi e nel campo dell’istruzione per una popolazione profondamente colpita da anni di dittatura militare. Di conseguenza, si è sviluppata una relazione intensa tra i gesuiti e i vescovi locali.

«Molto tempo fa il vescovo di Taunggyi, Matthias U Shwe, mi ha chiesto quando avremmo avuto un gesuita ordinato in Myanmar - ricorda Wardi Saputra, il gesuita indonesiano che venne in Myanmar nel 1998 per aprire il noviziato -. È il tipo di domanda a cui nessuno può dare risposta. Wilbert entrò in noviziato nel 2000 ed è stato ordinato tredici anni dopo. Ora il frutto è qui: c’è qualcuno del Myanmar che è sacerdote gesuita».

Il giorno dopo Mireh ha celebrato con suo fratello Benedict, sacerdote diocesano. È consapevole della responsabilità che porta. «È un privilegio - ha detto - e mi sento pronto a iniziare il mio ministero, l’ho atteso a lungo. Come gesuita mi sento colmo di spirito missionario».

È una tappa fondamentale anche per tutti coloro che nel mondo hanno sostenuto la missione dei gesuiti in Birmania. Per il maestro dei novizi, padre Irsan Rimawal, darà benefici profondi alla Chiesa. «Prima di tutto i gesuiti locali conoscono meglio degli stranieri la cultura e la propria situazione osserva -. Ci danno più fiducia nell’impegno per l’istruzione e a favore della gente qui in Myanmar». Padre Mireh inizierà il suo lavoro pastorale nella diocesi di Loikaw, dove è cresciuto. Altri gesuiti, provenienti da India, Indonesia, Malaysia, Corea del Sud e Australia, continueranno il lavoro di far crescere la missione che sta ancora sbocciando.

Catherine Marshall

© FCSF – Popoli
Tags
Aree tematiche
Aree geografiche