Home page
Webmagazine internazionale dei gesuiti
Cerca negli archivi
La rivista
 
 
 
Pubblicità
Iniziative
Siti amici
Primo piano
Cerca in Primo Piano
 
In Turchia, missione di frontiera
15 ottobre 2013

Prima missionari e poi inviati. Si potrebbe riassumere così la storia di Roberto, Gabriella e Costanza Ugolini: dal 2000 papà, mamma e figlia vivono in Turchia, nella città di Van, ai confini con l’Iran. «È una scelta di vita - spiega Roberto - maturata parallelamente a un cammino di fede fatto come singoli e come famiglia. Prima della partenza, per cinque anni siamo stati seguiti dal gesuita Paolo Bizzeti. Dopo la partenza abbiamo ricevuto il "mandato" dell’arcivescovo di Smirne e solo successivamente è arrivato quello dell’arcivescovo di Firenze, nostra diocesi di partenza».

Quale il senso di una presenza in una regione dove sostanzialmente non esistono cristiani? «Il nostro obiettivo è anzitutto "vivere con": con profughi afghani e iraniani che, scappando per la guerra o per problemi religiosi o politici, ogni giorno arrivano attraverso le montagne fino a Van. Non hanno niente. Cerchiamo di aiutarli concretamente nei casi più difficili, grazie anche alla rete di sostegno che abbiamo in Italia. Costanza lavora come traduttrice volontaria dal farsi al turco nell’unica associazione che in città si occupa di loro».

Roberto spiega anche che «in Turchia, per motivi socio-religiosi, un uomo solo non potrebbe avere la libertà di movimento e di relazione in ambienti dove ci sono donne sole. Essere qui come famiglia è fondamentale».

Visti da Van i discorsi su scontri di civiltà e integralismi sembrano lontani anni luce: «La cosa più bella sono le relazioni che viviamo quotidianamente con persone ferite nel profondo. Desiderano mettere al centro l’umanità, il contatto, essere considerate semplicemente esseri umani, reciprocamente uguali».

© FCSF – Popoli