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Iraq-Egitto, strage per una «bufala»
04/11/2010
I copti egiziani temono che domani, venerdì, giorno di preghiera per i musulmani, gli islamici attacchino le chiese e le comunità cristiane. L’allarme arriva dai responsabili delle comunità cristiane egiziane all’estero i quali temono che i sermoni di imam irresponsabili possano accendere i gruppi di fondamentalisti contro i copti, considerati colpevoli di ostacolare le conversioni all’islam di due donne cristiane.
Le tensioni tra i cristiani ortodossi e musulmani, sempre latenti in Egitto, si sono riacutizzate all’inizio della settimana dopo l’attentato alla Chiesa cattolica di rito orientale di Baghdad (Iraq). Gli attentatori, un gruppo iracheno affiliato ad al Qaeda (che nell’attentato hanno ucciso 37 fedeli e sette poliziotti), ha minacciato la Chiesa copta d’Egitto di attentati se non avesse liberato due mogli di sacerdoti che, secondo i terroristi, si sarebbero convertite all’islam e per questo motivo sarebbero state «incarcerate in monasteri».
«La storia delle due donne - spiega il responsabile di una comunità di copta negli Stati Uniti che ha contatti quotidiani con i copti in Egitto - è vecchia ed è già stata smentita più volte. È solo un pretesto per attaccare i cristiani che sono mal tollerati dai musulmani». Secondo la ricostruzione dei cristiani, una delle due donne, che era stata sposata con un sacerdote copto (morto due anni fa), è stata rapita e costretta a convertirsi. I responsabili della Chiesa copta hanno chiesto di incontrarla. Nel gruppo che è stato mandato all'incontro c’era anche un medico, che ha testimoniato come la donna fosse drogata. Smaltiti gli effetti degli stupefacenti, la donna ha dichiarato davanti ai responsabili dell’università musulmana di al Azhar che lei «è nata cristiana e cristiana morirà». L’altra donna invece è tuttora sposata con un sacerdote copto, ma sembrerebbe avesse una relazione sentimentale con un ragazzo musulmano. Dopo un diverbio con il marito sarebbe fuggita da una parente musulmana. Durante questo soggiorno si sarebbe convertita e, quando lei è tornata a casa, i musulmani hanno protestato, affermando che era stata costretta a tornare. «Queste storie - continua la nostra fonte -, anche se con la fede c’entrano poco, hanno acceso gli animi dei musulmani fino a giustificare l’attentato di Baghdad. Temo che l’appello di al Qaeda possa riaccendere gli animi». Domani quindi i musulmani più fanatici potrebbero assaltare Chiese e luoghi di ritrovo dei copti? «Speriamo di no, anche se penso ci saranno incidenti. Ormai in Egitto la vita dei cristiani è sempre più difficile».
Enrico Casale
© FCSF – Popoli