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"L’Egitto è ancora in mano ai militari"
10 luglio 2012
«La situazione egiziana è ingarbugliata e non è facile da spiegare. Ma se dovessi offrire a uno straniero la chiave per interpretare gli eventi attuali, gli direi: “ogni cambiamento, anche il più piccolo, non avviene se i militari non vogliono. Sono ancora i generali a comandare qui in Egitto”». Henri Boulad, gesuita, egiziano, direttore del Centro culturale di Alessandria, attento osservatore delle dinamiche politiche nordafricane è convinto che le nuove istituzioni siano ancora vincolate ai vecchi «padroni» del Paese. Anche la decisione presa domenica dal presidente Mohammed Mursi di riattivare il Parlamento (che era stato sciolto da una decisione della Corte suprema), secondo il gesuita va letta nell’ottica di un’intesa tra i militari e la Fratellanza musulmana.

Perché i Fratelli musulmani avrebbero dovuto accordarsi con i militari? E quali vantaggi potrebbero avere i generali da un’intesa con il partito del presidente?
Da soli, i Fratelli musulmani, pur avendo vinto le elezioni, non hanno la forza di prendere decisioni di questa portata. Probabilmente i militari hanno ritenuto giusto passare i poteri al partito di maggioranza relativa, dando così il via a una transizione dei poteri ai civili. Cosa avranno in cambio? Questo è un mistero, ma non credo che i generali si siano mossi senza chiedere contropartite. Una prova dell’intesa potrebbe essere il fatto che i vertici delle forze armate in una riunione di emergenza hanno condannato la decisione di Mursi, ma senza minacciare interventi. Ieri poi il presidente e i vertici militari hanno assistito insieme a una parata.

Il presidente Mursi ha dichiarato che il Parlamento darà vita a una Costituzione e poi sarà sciolto. C’è il pericolo che la Carta fondamentale sia fortemente improntata ai valori islamici, considerato il fatto che nell’assemblea la maggioranza assoluta è in mano a Fratelli musulmani e salafiti?
La Costituzione non sarà scritta dal Parlamento, ma da una commissione ristretta nella quale saranno rappresentate tutte le componenti politiche del Paese. Saranno quindi presenti anche quegli esponenti liberali che si oppongono sia ai militari sia alle formazioni musulmane. I liberali, che si sono presentati divisi alle elezioni legislative e presidenziali, sono una forza consistente che ha imparato in questi mesi a resistere ai poteri forti. Quindi non credo saranno possibili colpi di mano.

Quanto contano ancora le forze armate in Egitto?
Le forze armate controllano circa il 45% dell’economia egiziana attraverso la gestione di società nei settori dell’industria, del commercio e dell’agricoltura. Senza contare poi che ricevono grandi aiuti dagli Stati Uniti. Quindi hanno privilegi considerevoli ai quali non intendono rinunciare. Fanno i loro interessi, ma allo stesso tempo garantiscono la stabilità e la continuità senza le quali l’Egitto sprofonderebbe nel caos e nella guerra civile. Forze armate e Fratelli musulmani restano nemici. Ma, in un’ottica di real politik, si rispettano e riusciranno ad arrivare a intese comuni.
Enrico Casale

© FCSF – Popoli
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