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La minoranza cattolica: "Attenti all'alleanza islam-militari"
5 giugno 2012
L'esigua minoranza cattolica in Egitto (0,5% della popolazione) guarda con meno preoccupazione all’evolversi della situazione politica rispetto ai copti, anche se non mancano i timori per una possibile svolta autoritaria (militare o islamica).

«Le elezioni - spiega un religioso cattolico che vive e lavora in un quartiere periferico del Cairo - non riguardano solo il presidente, ma il tipo di democrazia che il Paese sceglierà. Il voto di fatto ci dirà se il Paese è a favore di un governo moderato e laico, tutto sommato più vicino a quello precedente di Mubarak, oppure vuole uno Stato teocratico, una sorta di moderno califfato fondato sull’applicazione della sharia».

Anche secondo i cattolici, il vero arbitro delle elezioni saranno le Forze armate. «L’élite militare - continua il religioso - è di fatto il burattinaio della situazione. La casta militare vinceva prima con Mubarak e continua a vincere oggi. Ha cambiato fronti e alleanze sempre e solo per garantire i propri interessi. I Fratelli musulmani sono oggi gli unici interlocutori dei militari, anche se vanno tenuti sotto uno sguardo vigile».

Tra i cattolici c’è anche il timore per una possibile alleanza tra Fratelli musulmani e Forze armate, che ricostruirebbe, di fatto, il vecchio regime sotto nuove spoglie. «L’alleanza tra Fratellanza e militari - ha dichiarato il gesuita egiziano Samir Khalil Samir, in una recente intervista a www.ilsussidiario.net - potrebbe favorire l’instaurarsi di una tendenza islamica dittatoriale che rappresenterebbe la peggiore delle ipotesi possibili. Dopo l’esperienza della rivoluzione di un anno fa, che pure è nata morta e non ha dato i suoi frutti, questa volta il popolo cercherebbe però di protestare in modo più efficace». Qualcuno paventa addirittura una guerra civile simile a quella in atto in Siria. «Non credo che si arriverebbe a quella violenza - osserva un fedele cristiano -, ma certo il rischio di violenze non è da escludere».

«Chiunque dei due candidati vinca - sottolinea mons. Antonios Aziz Mina, vescovo di Giza - dovrà garantire libertà, democrazia e una nuova costituzione che permetta a tutti gli egiziani, nessuno escluso, di trovare il proprio posto nel Paese. Io sono sempre stato ottimista, stavolta, però, continuare a sperare è una scelta».
e.c.

© FCSF – Popoli
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