> 1959 - Gli hutu si ribellano contro la monarchia tutsi sostenuta dai belgi. > 1962 - Dopo un referendum, il Ruanda diventa una repubblica e proclama l’indipendenza dal Belgio. Alla dichiarazione di indipendenza si accendono violenti scontri che causeranno migliaia di vittime. > 1963 - I tutsi espatriati in Burundi tentano un golpe che però fallisce. > 1973 - Con un colpo di Stato prende il potere il generale Juvénal Habyarimana di etnia hutu. > 1988 - Alcuni tutsi rifugiati all’estero danno vita a un movimento di ribellione chiamato Fronte patriottico ruandese (Rpf). > 1990 - Dalla sua base in Uganda, l’Rpf sferra un’offensiva contro il regime hutu che viene fermata con l’aiuto militare francese e belga. > 1994 - L’attentato mortale al presidente Habyarimana scatena una violentissima reazione da parte dei fondamentalisti hutu. Dal 6 aprile alla metà di luglio vengono uccise tra le 800mila e il milione di persone, in maggioranza tutsi e hutu moderati. A novembre viene creato dall’Onu il Tribunale penale internazionale per il Ruanda (con sede ad Arusha in Tanzania) che giudicherà politici, militari, giornalisti e miliziani per le stragi compiute nel corso del genocidio. L’Rpf, dopo aver invaso il Paese, sale al potere. > 1996 - Migliaia di hutu ruandesi vengono uccisi dai tutsi nella Repubblica democratica del Congo dove si erano rifugiati. > 2008 - Il Tribunale penale internazionale per il Ruanda condanna all’ergastolo per genocidio il colonnello Théoneste Bagosora, nel 1994 a capo del ministero della Difesa ruandese e ritenuto l’ideatore del massacro, e due collaboratori: il maggiore Aloys Ntabakuze e il colonnello Anatole Nsengiyumva.
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