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Nigeria: politica, religione e violenza
27 aprile 2011
«Qui a Kaduna stiamo vivendo una situazione terribile. Gli scontri tra le fazioni sono stati durissimi e hanno interessato non solo la città, ma tutto lo Stato del Kano». Le violenze che hanno sconvolto in questi giorni il Nord della Nigeria non lasciano spazio all’ottimismo neppure nelle parole di suor Kathleen McGarvey, religiosa irlandese che è solita guardare con speranza alla difficile situazione del Paese africano.
Dopo le elezioni vinte il 16 aprile dal presidente uscente Jonathan Goodluck sono iniziati gli scontri. Ad affrontarsi sono i sostenitori di Muhammadu Buhari, il candidato sconfitto, considerato il rappresentante del Nord musulmano, e quelli di Jonathan Goodluck, visto come un esponente del Sud cristiano e ricco di petrolio. «Le violenze - spiega suor McGarvey a Popoli.info - inizialmente avevano una connotazione politica. I sostenitori di Buhari, che a Kaduna sono numerosi, hanno attaccato le sedi del Pdp il partito di Goodluck e i suoi supporter (cristiani e musulmani). Poi da politici, gli scontri si sono trasformati in religiosi: musulmani contro cristiani e viceversa». Le violenze, che hanno causato 200 morti e decine di feriti, sono state così diffuse che le autorità di polizia hanno imposto un coprifuoco di 24 ore e hanno sospeso le votazioni per le elezioni dei governatori negli Stati di Kaduna e di Bauchi. «I seggi sono stati aperti ieri in tutti gli altri Stati - conclude suor Kathleen -, qui è previsto aprano domani (giovedì). Sempre che la situazione torni calma...».

© FCSF – Popoli