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Nuovi cardinali dalla "fine del mondo"
21/02/2014

Un Papa che, subito dopo la sua elezione, disse di venire "dalla fine del mondo" non poteva che avere un'attenzione speciale per il Sud del pianeta nella scelta dei vescovi che verranno "creati" cardinali nel Concistoro del 22 febbraio. Presentiamo un breve profilo dei nove neocardinali provenienti da Africa, America Latina e Asia.


Su sedici nuovi cardinali elettori, nove vengono da Chiese del Sud del mondo. Ma più ancora delle mere statistiche geografiche colpiscono alcune scelte specifiche, che sembrano sottolineare ulteriormente il desiderio di papa Bergoglio di aprire la Chiesa alle periferie e a una più universale collegialità: va in questo senso, ad esempio, la prima volta nel Sacro collegio di un cardinale di Haiti, tra i Paesi più poveri del mondo, così come la porpora data all'arcivescovo  di Cotabato, nell'isola di Minanao, regione delle Filippine scossa da conflitti etno-religiosi e problemi ambientali.

AMERICA LATINA

Chibly Langlois sarà il primo cardinale nella storia di Haiti, uno dei Paesi più poveri del mondo, ancora alle prese con epidemie e danni successivi al terremoto che nel 2010 sconvolse la zona (l'annuncio del Papa è arrivato esattamente nel quarto anniversario della tragedia). Langlois è vescovo di Les Cayes e presidente della conferenza episcopale di Haiti. Nominato vescovo nel 2004, con i suoi 55 anni diventerà il secondo più giovane componente del collegio cardinalizio (il più giovane l'indiano Baselios Cleemis Thottunkal). Va sottolineato che il Papa ha preferito questo giovane presule all'arcivescovo della diocesi più importante, la capitale Port au Prince, Guire Poulard.

Leopoldo José Brenes Solórzano, nicaraguense, nato nel 1949, è stato ordinato vescovo a soli 39 anni. Dopo un periodo come ausiliare di Managua, nel 1991 è diventato vescovo di Matagalpa. La sua nomina ad arcivescovo di Managua, l'incarico attuale, è stata di fatto l'ultima decisione importante presa da Giovanni Paolo II: Brenes Solórzano venne infatti nominato arcivescovo della capitale e primate nicaraguense il 1° aprile 2005, il giorno prima della morte di Wojtyla.  Dal 2005 al 2011 è stato anche Presidente della Conferenza episcopale dell'America centrale. Così il gesuita e teologo nicaraguense Edgard Zúniga definisce il neocardinale, il secondo nella storia del Nicaragua: «Un buon pastore e un'eccellente persona. Ha una storia trasparente come sacerdote ed è sempre stato povero e semplice».

Orani João Tempesta, nato il 23 giugno 1950, è entrato nell'ordine dei cistercensi nel 1969. Dopo un periodo come priore e abate, è stato chiamato a servire la diocesi di Rio Preto e consacrato vescovo nel 1997. È stato poi vescovo di Belém dal 2004 al 2009, quando Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo di Rio de Janeiro, una delle diocesi più popolose del mondo. Nello scorso luglio è stato tra gli organizzatori principali della Giornata mondiale della gioventù svoltasi nella metropoli brasiliana, dove ha ricevuto papa Francesco. È tra i non molti cardinali ad avere un profilo Twitter, seguito da oltre 30mila persone (@domoranijoao).

Mario Aurelio Poli, nel 2002 ha ricevuto l'ordinazione episcopale da Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, nel marzo scorso è stato nominato arcivescovo di Buenos Aires e suo successore dallo stesso Bergoglio, nel frattempo eletto Papa, il prossimo 22 febbraio i due si ritroveranno nuovamente nel Concistoro. Papà originario di San Miniato (Pisa) e mamma argentina, Poli è nato a Buenos Aires nel 1947, ma per un breve periodo ha vissuto a Casale Monferrato. Dopo essere stato vescovo ausiliare della capitale, è stato presulo di Santa Rosa, nella pampa argentina.

Ricardo Ezzati Andrello, nato in Italia, a Campiglia dei Berici, in provincia di Vicenza, nel 1942, a 17 anni si è trasferito come novizio salesiano in Cile. Di nuovo in Italia per gli studi teologici, poi in Francia, nel 1996 è stato ordinato vescovo di Valdivia, poi trasferito a Concepción. Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo di Santiago del Cile nel 2006. Nel dicembre 2009 è stato nominato «personaggio dell’anno» dalla rivista cilena El Sur. Dal 2010 presiede la Conferenza episcopale del Paese sudamericano.


AFRICA

Jean-Pierre Kutwa
, 69 anni, è l’arcivescovo cattolico di Abidjan, la più importante città della Costa d’Avorio. È il terzo ivoriano a essere nominato cardinale dopo Bernard Yago (1916-1997) e Bernard Agré (1926). Ordinato sacerdote nel 1971 e poi vescovo nel 2011, prima di arrivare ad Abidjan nel 2006, ha retto per sei anni l’arcidiocesi di Gagnoa. Kutwa è il primate di un Paese che dal 2000 al 2011 ha conosciuto una lunga guerra civile. Un conflitto che, nato dal tentativo di spodestare il presidente Laurent Gbagbo, ha assunto i toni di uno scontro interetnico e interreligioso. Kutwa, insieme ai leader cristiani e a quelli musulmani, ha avviato un proficuo dialogo tra le diverse confessioni religiose, disinnescando una possibile escalation della guerra tra fedi.

Philippe Nakellentuba Ouédrago, 69 anni, è stato nominato vescovo di Ouahigouya nel 1996 ed è diventato arcivescovo di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, nel 2010. È attivo nel dialogo interreligioso, un aspetto particolarmente rilevante in un Paese, come il Burkina Faso, in cui il 60% della popolazione è musulmana e i cattolici rappresentano una minoranza (intorno al 20%), e nell’educazione. Impegni che si scontrano con una situazione socio-politica complessa. Non solo il Burkina è uno dei più poveri Paesi del mondo, ma la situazione politica interna è molto difficile, caratterizzata da clanismo, clientelismo e corruzione.
Nakellentuba Ouédrago sarà il secondo cardinale burkinabé. Il primo fu Paul Zoungrana (1917-2000) al quale venne assegnata la berretta rossa nel 1965 da papa Paolo VI.


ASIA

Orlando Beltran Quevedo
è l’ottavo cardinale nella storia delle Filippine, il Paese più cattolico dell’Asia. Ma a differenza dei predecessori, tutti arcivescovi di Manila o Cebu, è il pastore di una città minore, Cotabato (250mila abitanti), nell’isola di Mindanao, che è teatro di una difficile convivenza con la minoranza musulmana. Nato nel 1939, il cardinale Quevedo è dal 1964 un oblato. Consacrato vescovo nel 1980, guida l’arcidiocesi di Cotabato dal 1998. In passato ha ricoperto incarichi di primo piano come presidente della Conferenza episcopale filippina e segretario generale della Federazione dei vescovi asiatici (Fabc). In Vaticano è stato membro del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e del Segretariato per il Sinodo dei vescovi. Ruoli diversi che gli hanno consentito di incidere sulle strutture pastorali delle Chiese dell’Asia. La sua linea è coerente con quella del giovane arcivescovo di Manila, Tagle, impegnato a costruire una Chiesa dei poveri.
La Fabc, voluta da Paolo VI dopo il suo viaggio in Asia del 1970, si è rivelata essere un organismo importante di comunicazione e stimolo per le Chiese cattoliche asiatiche, su tre fronti del dialogo: con i poveri, le culture e le religioni dell’Asia, perché la Chiesa sia radicata e inculturata nel continente in cui è minoritaria.

Andrew Yeom Soo-Jung è arcivescovo di Seoul, metropoli di 13 milioni di abitanti e capitale della Corea del Sud, uno dei Paesi dove il cattolicesimo si è dimostrato più dinamico (circa 10% della popolazione, quasi raddoppiati nell’ultimo decennio). La sua nomina è meno sorprendente di quella dell’altro cardinale asiatico: il cardinal Yeom, 70 anni, è alla guida della Chiesa coreana dal 2012. Ordinato sacerdote dal 1973, nel 2001 è diventato vescovo ausiliare di Seoul. Ricopre anche il ruolo di amministratore apostolico della diocesi di Pyongyang (Corea del Nord), dove il cattolicesimo è sostanzialmente bandito.




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