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Siria e rifugiati: le frontiere dell’ospitalità
21 novembre 2014

Il 20 novembre il Jrs ha festeggiato a Roma il 34º anniversario della sua fondazione con un incontro dedicato al tema «Le frontiere dell’ospitalità». Insieme a padre Adolfo Nicolás, superiore generale dei gesuiti, e padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa del Vaticano, ha partecipato il responsabile del Servizio dei gesuiti per i rifugiati in Siria, Mourad Abu Seif SJ.

La ricorrenza ha coinciso con la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e il Jrs, che in una cinquantina di Paesi ha la scuola tra i suoi campi d’azione con i migranti forzati, ha dedicato particolare attenzione all’istruzione dei minori rifugiati. «Oltre 30 anni di esperienza ci hanno mostrato che l'ospitalità rende tutto ciò possibile - ha detto il direttore del Jrs, Peter Balleis SJ, introducendo l’incontro -. Parliamo di ospitalità concreta, che garantisca cibo, alloggio, istruzione. È attraverso l'istruzione che i giovani rifugiati possono aspirare alle medesime opportunità offerte agli altri, contribuire alla costruzione di comunità di pace e rispetto per le diversità».

Padre Mourad, gesuita di Aleppo, ha parlato di quel mosaico di fazioni, di gruppi socioculturali e di etnie che compone la società siriana e che è esploso in questi anni di guerra, provocando la più grave crisi umanitaria del Medio Oriente. Più di tre milioni di siriani sono fuggiti dal Paese e oltre sei milioni sono sfollati all’interno dei confini. Ha spiegato che in Siria il Jrs «non è un servizio cristiano per i cristiani, non è un servizio cristiano per i musulmani e nemmeno un servizio cristiano per la Siria. Il nostro lavoro comune include tutte le diversità». Infatti, meno di due mesi dopo l’inizio delle attività, più di 100 giovani si erano uniti all’organizzazione: arabi, armeni, curdi, cristiani, ismailiti, musulmani, perlopiù studenti universitari, che hanno lavorato per mesi gratuitamente. «Questa collaborazione ha aperto la porta a un nuovo tipo di dialogo, che avrebbe dovuto cominciare molto tempo fa», ha aggiunto Mourad Abu Seif.

Padre Nicolás ha sottolineato come, fin dai tempi di Pedro Arrupe che ha fondato il Jrs, l’ospitalità è essenziale per accompagnare i rifugiati. «Il Jrs, nel suo servizio, è ospitalità del Vangelo in azione - ha detto il Padre Generale. Noi per primi, con la nostra presenza nelle comunità rifugiate, aprendoci alle loro vite, diamo testimonianza dell’atteggiamento che vorremmo vedere negli altri». Guerra e conflitti distruggono, i bambini scappano dalle loro case e vedono negato il diritto all’istruzione, «l’unica cosa che potranno portare con sé ovunque andranno», ha osservato il Padre Generale. Per questo ha insistito sull’istruzione come «una priorità, un’emergenza, qualcosa che non può essere sospeso o rimandato».

«Un’intera generazione di giovani siriani è in pericolo - ha aggiunto padre Mourad, lanciando un appello che rischia di cadere nel vuoto, vista l’indifferenza con cui in Europa è trattata la guerra in corso -. Non sono né estremisti né terroristi, sono la speranza della Siria e hanno bisogno di sostegno. La soluzione del conflitto non dipende soltanto dai siriani».

 

La sezione italiana del Jrs è il Centro Astalli, che da otto anni condivide esperienze e riflessioni su Popoli. Con l'impegno costante di oltre 450 volontari, nelle sue diverse sedi territoriali (Roma, Vicenza, Trento, Catania e Palermo), il Centro Astalli ogni anno risponde alle necessità di circa 34mila migranti forzati, di cui 21mila solo a Roma.

© FCSF – Popoli