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Stati Uniti, i 90 anni di Daniel Berrigan, pacifista ribelle
10 maggio 2011
Ha compiuto 90 anni il 9 maggio Daniel Berrigan, gesuita statunitense, una vita di impegno contro ogni forma di violenza. Poeta e drammaturgo, è stato anche in carcere per la sua protesta contro la guerra in Vietnam. Nel 1971 il Time gli dedicò la copertina. Pubblichiamo di seguito un ritratto che Popoli gli ha dedicato sul numero di ottobre 2009.

Quando Daniel Berrigan nel 1971 appare, insieme al fratello Philip, sulla copertina del celebre settimanale Time è già noto all’opinione pubblica statunitense. Il 17 maggio 1968 questo gesuita newyorkese, insieme al fratello e ad altri sette pacifisti, è protagonista di uno dei più clamorosi episodi di protesta contro la guerra in Vietnam: in un ufficio di arruolamento di Catonsville, presso Baltimora, il gruppo ruba e brucia i documenti di chiamata alle armi dei soldati. Le carte vengono distrutte con napalm costruito artigianalmente, la stessa sostanza impiegata dall’esercito Usa anche contro i civili nelle zone di guerra. Padre Berrigan finisce per scontare due anni di carcere.

Manifestazioni così plateali contro la guerra e di critica radicale all’imperialismo americano possono creare problemi ai superiori, ma il Padre generale della Compagnia, Pedro Arrupe, che conosce gli effetti della bomba atomica per avere vissuto a Hiroshima, gli fa visita nel carcere federale di Danbury. Il «prete ribelle», come lo definisce Time, viene processato ancora nel 1980 per una dimostrazione antinucleare in un impianto missilistico della Pennsylvania. «Il bene va fatto in quanto bene, non perché porta da qualche parte - afferma padre Daniel quarant’anni dopo le vicende di Catonsville -. Non sono mai stato molto interessato alle conseguenze, ma a cercare di fare il bene in modo umano e nonviolento». Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1939 e intrapreso un importante percorso di studi biblici, già negli anni Cinquanta Daniel Berrigan inizia una riflessione sulla guerra, anche ispirato dall’attivista Dorothy Day, e si dedica all’impegno attivo per la pace e la giustizia aderendo al movimento per i diritti civili. Anche la poesia è uno strumento con cui trasmette la sua testimonianza cristiana di fedeltà radicale al Vangelo: la raccolta di versi Time Without Number (1957) riceve il prestigioso Lamont Poetry Prize. Una svolta che approfondisce il senso del suo percorso è l’incontro, nel 1960, con Thomas Merton, da cui nascono una profonda amicizia e una sintonia spirituale. Quel periodo di fermento del mondo cattolico negli Usa influenza i movimenti sociali e mette in discussione certi miti dell’America. Seguendo l’insegnamento del monaco trappista, padre Daniel insiste sulla disciplina spirituale, per fare in modo che le motivazioni che portano all’agire non derivino mai da desiderio di vendetta, egocentrismo o disperazione. Sono, invece, l’Eucaristia, il senso profondo della fede e della vita comunitaria ad accompagnare il suo impegno pacifista, fonte di ispirazione per molti credenti.

In un’intervista recente al settimanale America, padre Berrigan afferma che la cosa di cui è più riconoscente è la sua vocazione di gesuita, trovando ogni giorno negli Esercizi ignaziani le radici della propria spiritualità. L’avanzare degli anni non gli ha tolto la capacità di critica contro ogni violenza: guerra, aborto, eutanasia o sfruttamento dei più deboli. John Dear, che tra i gesuiti è forse oggi il più coraggioso erede delle sue battaglie di disobbedienza civile, ne sta curando la raccolta delle opere, in uscita negli Usa in autunno.
Francesco Pistocchini
© FCSF – Popoli
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