> 1946-1990: in Albania si instaura una repubblica popolare socialista, alleata prima con l’Urss (fino al 1968), poi con la Cina.
> 1985: muore Enver Hoxha, il leader comunista al potere dal 1946.
> Luglio 1990: il 15 luglio arrivano in Italia i primi 4mila albanesi. Sono i giovani dissidenti riusciti a entrare nelle ambasciate occidentali e vengono ricevuti come eroi dell’anticomunismo. Soltanto 2.018 di loro rimangono in Italia, gli altri scelgono l’Europa settentrionale.
> 1991: Ramiz Alia, successore di Hoxha, concede le prime elezioni libere. Da alcuni anni il comunismo era in forte crisi.
> Febbraio 1991: la data simbolica del vero cambiamento di rotta dell’Albania è il 20 febbraio 1991, quando, in seguito a uno sciopero della fame degli studenti dell’Università di Tirana, la folla abbatte la statua di Enver Hoxha in piazza Skanderbeg. L’Albania si apre al mondo. Alla fine del mese arriva a Brindisi la Semani, la prima nave salpata dall’Albania con a bordo 17 militari e 3 civili. Nell’arco di due giorni arrivano anche due pescherecci con un totale di 32 persone.
> Marzo 1991: è il mese dell’esodo. In pochi giorni arrivano a Brindisi e nel Salento più di 22mila persone, la maggior parte delle quali il 7 marzo a bordo delle navi Tirana, Iliria, Kallmi, Mitant Danti, Kepi Rodonit, Zadri, Apollonia, Sokoli e Legend. Nel porto di Durazzo la polizia allontana con la violenza migliaia di albanesi imbarcati sulla nave Partizani, molti dei quali riescono però a prendere la Legend.
> Agosto 1991: l’8 agosto attracca a Bari il mercantile Vlora, con 17mila persone a bordo che verranno recluse nello Stadio della Vittoria e rimpatriate dopo pochi giorni.