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Bangkok, sopravvivere all'acqua
15 novembre 2011

La Thailandia sta vivendo le peggiori inondazioni degli ultimi decenni da più di due settimane e, mentre una parte della capitale resta all’asciutto, un gran numero di sobborghi sono sott’acqua. A Bangkok la sezione locale del Jrs, il Servizio dei gesuiti per i rifugiati in Asia orientale, aiuta i richiedenti asilo che già normalmente vivono in condizioni difficili e che ora non sono in grado di lasciare la città. Rufino Seva, responsabile del programma di aiuto ai rifugiati urbani, racconta una storia di quotidiana sopravvivenza.

Ieri al Jrs abbiamo ricevuto una telefonata da una famiglia di richiedenti asilo originaria dello Sri Lanka che vive a Petkasem, nella zona occidentale di Bangkok. Sono andato al Centro per i rifugiati di Bangkok (Brc) per incontrarli. Mi hanno detto che la loro era casa era sommersa e l’acqua arrivava alla cintola. Avevano già esaurito le scorte di cibo e acqua e così avevano affrontato l’inondazione per arrivare al Centro per incontrarmi.
Erano riusciti a percorrere un tratto di strada su un camion che faceva servizio tra le case delle persone colpite e un’area asciutta presso Rama II Road. Si prevede che anche questa strada sarà inondata tra pochi giorni e ciò mi preoccupa perché è l’unica via di collegamento con il Sud della Thailandia. Se sarà allagata, Bangkok resterà isolata.
Il Centro dei rifugiati ha dato un aiuto in denaro ai richiedenti asilo e io mi sono offerto di accompagnarli a un negozio e aiutarli negli acquisti. Sfortunatamente il negozio sembrava essere stato saccheggiato: non era rimasto più niente da comprare, né pasta, sardine, riso, uova o latte in polvere.
Il Jrs è stato in grado di acquistare una fornitura limitata di alimenti. Così, anche se mi ha fatto piacere dare loro il cibo di cui avevano bisogno, sarei stato più tranquillo se avessero potuto fare acquisti in un negozio. Con la crescente minaccia di inondazioni, il cibo si sta esaurendo più rapidamente dei rifornimenti.
Toi, il nostro assistente sociale, li ha invitati a Victory Momument, la sede del Jrs, per ritirare il cibo. Quando siamo arrivati, abbiamo iniziato a impacchettare le scorte. Uno di loro ha detto che avrebbero impiegato cinque o sei ore per raggiungere il posto dove prendere il camion che li avrebbe riportati a Petkasem. Erano molto preoccupati. Appena saputo questo, Toi ha proposto di accompagnarli e ho notato il loro sollievo.
Ci sono volute comunque diverse ore per trovare le strade non intasate dal traffico e la polizia che ci guidasse su percorsi sicuri. Alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo stati in grado di accompagnare i nostri amici e un po’ di merce asciutta al camion (non un mezzo militare, ma di un privato cittadino) usato per trasportare gli alluvionati di Petkasem Road. Le foto raccontano alcuni momenti di questo lungo viaggio di ritorno.
I rifugiati che ho incontrato devono prendersi cura delle loro famiglie, in totale quattordici persone compreso un bambino di dieci mesi. Una volta arrivati a casa dopo qualche ora, ci hanno telefonato per ringraziarci, dicendo che non ci avrebbero dimenticato. Neppure noi li dimentichiamo.

© FCSF – Popoli