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Cento organizzazioni dicono no alla missione della portaerei Cavour
20 novembre 2013
«La missione del Gruppo navale Cavour nelle acque del Golfo arabo e in Africa è inaccettabile in quanto mescola una serie di attività che, per loro natura, hanno finalità e caratteristiche differenti e che riteniamo sia importante continuare a tenere separate». Non poteva essere più chiara la lettera che oltre cento realtà della società civile (dalle Acli alla Cgil, da Libera a ManiTese, da Pax Christi a Un Ponte per...) hanno inviato oggi al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per denunciare l’intreccio di interessi che stanno alla base della missione navale partita il 13 novembre da Civitavecchia. Una missione militare ma che, nell’esplicita intenzione del ministro della Difesa, Mario Mauro, dovrebbe essere un mezzo per promuovere il «sistema Italia» e quindi anche la nostra industria degli armamenti.

«Crediamo
- continua il documento - che promuovere la vendita di sistemi militari o sostenere iniziative di tipo commerciale abbinandole a operazioni umanitarie non sia un compito che il nostro ordinamento attribuisce al ministero della Difesa o alle Forze armate». Anche perché è la stessa Unione Europea in diversi pronunciamenti ha denunciato che la crisi economica sta trasformando alcuni ministeri della Difesa in «espliciti promotori delle esportazioni di armamenti».

Per monitorare la rotta del gruppo navale
Cavour e sottolineare la problematicità politiche, sociali ed economiche dei Paesi toccati dalla missione, le organizzazioni che hanno firmato la lettera hanno aperto un profilo sulla piattaforma Facebook. «È un modo - spiega Francesco Vignarca, coordinatore della rete Disarmo - per tenere alta l’attenzione su una missione che mescola interessi privati e pubblici. Non vogliamo che, una volta partite le navi, cada il silenzio su questa iniziativa».
Enrico Casale
© FCSF – Popoli