Home page
Webmagazine internazionale dei gesuiti
Cerca negli archivi
La rivista
 
 
 
Pubblicità
Iniziative
Siti amici
Primo piano
Cerca in Primo Piano
 
La Marina militare promuove il Made in Italy (delle armi)
18 novembre 2013
Un Gruppo navale della Marina militare per promuovere all’estero il «Sistema Italia». Quattro navi sono partire il 13 novembre dal porto di Civitavecchia (Roma) e rimarranno in crociera fino al 7 aprile circumnavigando l’Africa e toccando i porti di 18 Paesi diversi. Del Gruppo fanno parte la portaerei Cavour, l’ammiraglia della nostra flotta, la fregata Bergamini, la nave di supporto logistico Etna e il pattugliatore Borsini. Gli obiettivi della missione sono stati enunciati in una conferenza stampa da Mario Mauro, ministro della Difesa, e riportati sul sito della Marina Militare: supporto alla politica estera nazionale, assistenza umanitaria (sulla portaerei sono imbarcati anche esponenti di tre Ong), sicurezza marittima (attraverso operazioni anti-pirateria e protezione del traffico mercantile nazionale), sostegno alle marine dei Paesi rivieraschi e promozione del sistema Italia («la Cavour rappresenterà il trailer itinerante di Expo 2015» inoltre «parteciperanno le eccellenze imprenditoriali non soltanto attive nel settore della Difesa»).

Il «tour promozionale»
ha suscitato la dura reazione delle organizzazioni pacifiste.  «Il compito istituzionale della Marina Militare - osserva Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo - è difendere il Paese. Questo ci può piacere o meno, ma è quanto la Costituzione prevede per le nostre Forze armate. Questa missione però va oltre i doveri istituzionali. È una missione che ha un carattere commerciale». Vignarca punta il dito sulla presenza di esponenti di imprese del settore Difesa e non (Finmeccanica, Fincantieri, Selex Es, Pirelli, Piaggio Aero e FederLegnoArredo e Beretta) sulle navi italiane. Aziende che si sobbarcheranno anche parte dei costi: 13 dei 20 milioni di euro necessari alla missione. «Qui si tratta - continua Vignarca - di uso privato di mezzi pubblici. Dicono che non verranno vendute armi. Sono d’accordo, non ci sarà nessuno scambio di merce. Ma attraverso questa missione le aziende del settore prenderanno contatti che sono preliminari alla vendita. Forse non tutti sanno che la legge dà al governo il potere di approvare o meno il contratto di vendita di sistemi d’arma. Ma dopo una missione come questa promossa dallo stesso esecutivo, i ministri come faranno a bocciare un eventuale contratto? D’altra parte è stato lo stesso ministro Mauro a definire la missione come una “Le Bourget in movimento”. E Le Bourget non è proprio una delle principali fiere di armamenti del mondo?».

Non è però solo una questione commerciale
, ma anche di opportunità politica e di etica: 12 dei 18 Stati toccati dalla missione sono definiti dall’Indice di democrazia stilato dalla rivista Economist come «regimi autoritari» (Gibuti, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Kuwait, Oman, Angola, Mozambico, Marocco e Algeria) e una buona parte di essi ha livelli di spesa militare tra i più alti del mondo e il livello di sviluppo umano tra i più bassi. «Nel comunicato della Marina - conclude Vignarca - si parla anche di “sicurezza marittima” in aree infestate dalla pirateria. In realtà, il gruppo navale trascorrerà solo pochi giorni, quelle zone. Quale tipo di controllo può effettuare? E poi di quale pirateria si parla se lo stesso ammiraglio De Giorgi, Capo di stato maggiore della Marina, ha detto che si è registra un calo degli attacchi del 90% negli ultimi 11 mesi? Anche la presenza di Ong è grave. L’aiuto umanitario è regolato da un preciso codice di condotta che stabilisce che l’aiuto umanitario non può essere utilizzato come strumenti di politica estera dei governi. Quindi non può essere utilizzato neppure per scopi promozionali e, tanto meno, dell’industria armiera. E poi quale cooperazione? Tutti ormai sappiamo che la cooperazione richiede tempi lunghi. Qui invece si limiterà alla consegna di derrate alimentari, beni di prima necessità, poche strutture».

Enrico Casale
© FCSF – Popoli
Tags
Aree tematiche
Aree geografiche