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E il digiuno diventa interreligioso
5 settembre 2013
Domenica scorsa, nel corso dell’Angelus, papa Francesco ha lanciato un appello universale contro ogni intervento militare in Siria e ha annunciato per sabato 7 settembre una giornata di digiuno e di preghiera per la pace. All’iniziativa hanno aderito numerose organizzazioni di matrice cattolica (da Cl alle Acli, dai Focolarini alla Comunità di Sant’Egidio, dalla Caritas  all’Unitalsi), enti pubblici, uomini politici laici e cattolici. L’appello al digiuno per la pace ha però avuto anche una forte eco in altre confessioni religiose, assumendo un valore ecumenico e interreligioso.

«Siamo molto felici
- ha detto Izzedin Elzir, presidente dell’Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia) - che papa Francesco, la massima autorità religiosa del mondo cattolico, sia intervenuto con un accorato appello alla pace e invitando i credenti a un giorno di digiuno». I rappresentanti dell’Ucoii hanno quindi annunciato la loro presenza in piazza San Pietro sabato. Ha annunciato la sua adesione all’iniziativa (e forse sarà presente sul sagrato di San Pietro), il Gran Muftì Ahmad Badreddin Hassou, la massima autorità musulmana siriana. Prendendo spunto dall’iniziativa di papa Bergoglio, in una lettera indirizzata al Pontefice, la personalità islamica ha proposto di organizzare un meeting interreligioso che affronti i problemi del Paese mediorientale.

Anche la Comunità ebraica romana ha annunciato la propria partecipazione al digiuno. Un digiuno che si colloca a ridosso di alcune importanti festività ebraiche: Capodanno, Yom Kippur e Sukkot.
Hanno espresso il desiderio di essere in piazza San Pietro anche i buddhisti italiani dell’Istituto Soka Gakkai che comunque organizzeranno iniziative a favore della pace in tutta Italia. «Sabato - ha spiegato Roberto Mingardi, portavoce dell’Istituto - tutti i nostri centri saranno aperti per accogliere chi vorrà rivolgere la pratica buddhista alla realizzazione del grande scopo della pace planetaria».

Anche in campo protestante, l’adesione all’appello papale è stata convinta. «La Federazione delle Chiese evangeliche - è scritto in un comunicato - accoglie con profonda consapevolezza cristiana l’invito di papa Francesco per una giornata di preghiera per la pace in Siria. La pace è una questione che riguarda tutti i cristiani, indipendentemente dalla confessione alla quale appartengono». Anche le Chiese ortodosse non sono rimaste insensibili. Oltre all'adesione di Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, hanno dato il loro assenso anche i copti egiziani. «Nessuno può giustificare interventi militari in Medio Oriente - ha osservato padre Hani Bakhoum del Patriarcato di Alessandria -. Questo adesso vale in Siria, ma anche nel momento drammatico vissuto dall’Egitto. Vanno perciò respinte le strumentalizzazioni di chi invita gli attori della comunità internazionale a intervenire con la scusa di proteggere i cristiani colpiti dal fanatismo settario».
Enrico Casale

© FCSF – Popoli