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I gesuiti per i rifugiati: dieci giorni di eventi
10 giugno 2013

200 fotografie proiettate in un video di 12 minuti sulla facciata della Chiesa del Gesù, nel centro di Roma, tra piazza Venezia e largo di Torre Argentina. Con questa iniziativa, nelle sere del 18, 19 e 20 giugno, il Servizio dei gesuiti per i rifugiati (Jesuit Refugee Service o Jrs) lancia una campagna di sensibilizzazione per la Giornata mondiale dei Rifugiato, istituita dalle Nazioni Unite nel 2000.

I rifugiati sono cittadini stranieri fuggiti dal loro Paese perché perseguitati a causa della loro etnia, della loro fede, della loro appartenenza a un determinato gruppo sociale o politico. Sono uomini, donne e bambini che lasciando affetti, case e occupazioni chiedono protezione all’Italia per ricominciare una vita più serena. Il Jrs è un’organizzazione che ha la missione di accompagnare, servire e difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati. Fu fondata dall’allora superiore generale dei gesuiti,  Pedro Arrupe, nel 1980 e oggi è attiva in una cinquantina di Paesi.

La proiezione di Roma, intitolata «Santuario e nutrimento. Ospitalità in emergenza» illustrerà la vita e le difficoltà dei rifugiati. Intende esprimere una visione complessiva dell’ospitalità di cui fanno parte cibo, riparo, tolleranza e istruzione. La proiezione, realizzata da Art Works Projects for Human Rights - una organizzazione non profit di Chicago (Usa) -, sarà presentata negli stessi giorni anche sulla cattedrale episcopale di Saint John the Divine a New York e all’Università St Joseph dei gesuiti di Beirut.

Il 13 giugno (ore 18), presso la Pontificia Università Gregoriana, un colloquio sul tema «Il mare unisce, la terra non divida» vedrà la partecipazione tra gli altri del ministro per l’Integrazione, Cécile Kyenge, del segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, Miguel Ángel Ayuso Guixot, e del presidente del Centro Astalli, il gesuita Giovanni La Manna. L’evento, organizzato e promosso dal Centro Astalli (Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia) vuole proporre una nuova immagine di Italia: ponte che unisce diverse civiltà e terra che salva chi fugge da guerre e persecuzioni.

A Milano, la Caritas ambrosiana, la Cooperativa «Farsi prossimo» e la Fondazione Culturale San Fedele (editore di Popoli) organizzano una serie di iniziative per dar volto e voce ai rifugiati e ai richiedenti asilo. Il momento centrale è rappresentato dalla veglia di preghiera ecumenica che si terrà giovedì 20 giugno nella chiesa di San Fedele (piazza San Fedele, ore 18,30). Vi prenderanno parte rappresentanti della Chiesa valdese, della Chiesa apostolica armena, di una parte della Chiesa copta eritrea e i membri delle comunità filippina, sudamericana ed eritrea di Milano.

«Pregare insieme per i rifugiati e per chi è morto nel tentativo di raggiungere l’Europa - spiega Giuseppe Trotta, gesuita della Fondazione San Fedele - ha una grande valenza. Anzitutto perché la preghiera per i morti permette di superare qualsiasi barriera di tipo confessionale, ma anche perché si prega per tutti, anche per i morti rimasti senza un nome. La veglia, che non è un’iniziativa politica, vuole però essere anche un modo per sensibilizzare sul tema della mancata accoglienza: leggi insufficienti, strutture inadeguate, diffidenza». Nel corso della veglia verrà letto un brano biblico, che sarà seguito da un’omelia e da intenzioni di preghiera alternate da cori. Durante la preghiera saranno inoltre proiettati filmati del Jesuit Refugee Service».

Altri appuntamenti milanesi saranno: il 16 giugno (ore 12-24, Fondazione Bertini, via Caroli 6) la «Festa di Antigone» con spettacoli e laboratori teatrali sui temi della giustizia, del coraggio e dell’utopia; il 21 giugno (ore 21, Auditorium San Fedele, via Hoepli 3), lo spettacolo teatrale Il mare dei coccodrilli e, infine, il 22 giugno (Cascina Bellaria laboratori creativi per bambini e adulti (ore 17-19); un buffet etnico (ore 19,30); momenti di intrattenimento con gruppi di musica etnica (ore 21).

 

© FCSF – Popoli