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«I militari, ago della bilancia»
10 dicembre 2010
«La situazione in Costa d’Avorio è molto tesa. Il capo di Stato maggiore delle Forze armate non ha rilasciato ancora alcuna dichiarazione. Da come si muoveranno le Forze armate dipenderà il futuro di questo Paese». È un quadro preoccupato quello tracciato da Kevin Adou, uno dei ricercatori del Cerap (Centre de recherche et d’action pour la paix), il centro studi della Compagnia di Gesù in Costa d’Avorio. Secondo Adou, si stanno ripresentando le condizioni che hanno portato il Paese alla guerra civile nel 2002. «Nel 2000 - spiega - il generale Guei, che aveva perso le elezioni, voleva mantenere il potere a tutti i costi. E anch’egli aveva messo in discussione i risultati proclamati dalla Commissione elettorale. Allora i sostenitori di Gbagbo scesero per strada, sostenuti dalle Forze armate, per impedire la vittoria di Guei. Oggi, dieci anni dopo, si ripresenta lo stesso scenario, ma questa volta è Gbagbo che ha sovvertito il responso delle urne».

La Corte costituzionale ha però annullato il voto in alcune regioni del Nord per brogli. «È vero - continua Adou – ci sono stati casi in cui i sostenitori di Ouattara hanno impedito a quelli di Gbagbo di esercitare il voto. E gli osservatori internazionali hanno registrato queste violazioni. Però, come ha fatto notare Choi, il rappresentante del Segretario generale dell’Onu, anche se tutte le contestazioni presentate da Gbagbo fossero riconosciute valide, non sarebbero in grado di invalidare il secondo turno e di rovesciare gli esiti delle urne».

Oggi il Paese è sull’orlo del baratro della guerra civile. Le Forze armate potranno essere l’ago della bilancia. «A seconda di come si muoveranno i militari - conclude Adou - la crisi potrà risolversi a breve o protrarsi per lungo tempo».

© FCSF – Popoli
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