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Il caso Castellucci e le reazioni dei cattolici francesi
21 gennaio 2012
In Italia si è acceso il dibattito intorno allo spettacolo teatrale «Sul concetto di volto nel figlio di Dio», del regista Romeo Castellucci, che verrà rappresentato per la prima volta a Milano il 24 gennaio, al Teatro Parenti. Scopo di questo breve articolo non è né quello di esprimere una valutazione sulla rappresentazione (poiché chi scrive non ha avuto ancora la possibilità di assistervi), né dare conto delle diverse e autorevoli dichiarazioni di questi ultimi giorni, in particolare quelle della Segreteria di Stato del Vaticano e della Diocesi di Milano. Intendiamo semplicemente, come contributo al dibattito, offrire una breve rassegna delle reazioni suscitate dallo spettacolo nel mondo cattolico francese, in particolare nella gerarchia.
Dopo essere stato presentata senza particolari polemiche in numerosi Paesi europei, tra cui Spagna e Polonia, la pièce – una riflessione su un figlio che si prende cura del padre incontinente - è infatti stata duramente contestata in Francia da vari gruppi di tradizionalisti cattolici, fomentati in particolare da un articolo apparso sul sito dell’Istituto Civitas in cui si affermava che durante lo spettacolo vengono lanciati escrementi su un’immagine di Gesù, notizia smentita da coloro che hanno assistito alla rappresentazione e dallo stesso regista. Alcuni manifestanti, con l’intento di denunciare la «cristianofobia» dell’opera, hanno interrotto gli spettacoli e cercato di bloccare l’accesso al teatro.
Diverse voci cattoliche si sono levate contro le motivazioni e le modalità delle proteste. Monsignor Bernard Povdin, portavoce della Conferenza episcopale francese (Cef), ha condannato le violenze avvenute fuori dai teatri, e anche l’arcivescovo di Parigi e capo della Cef, cardinale André Vingt-Trois, ha preso fermamente le distanze dai manifestanti, definendoli «un gruppuscolo collegato al movimento lefebvriano, senza il mandato della Chiesa cattolica». (leggi)
Peraltro Vingt-Trois - come riporta un articolo di Le Monde di novembre - non ha negato «il dispiacere che nei cristiani provocano opere come queste e ha detto di comprendere il turbamento di molti davanti a opere difficili da interpretare». Ma ha anche chiesto ai cattolici di «non lasciarsi imbrigliare in una forma di dibattito in cui la Chiesa rischierebbe di ritrovarsi ad agire come un gruppo minoritario».
Un altro autorevole rappresentante della Chiesa francese, monsignor Pascal Wintzer, presidente dell’Osservatorio fede e cultura della stessa Cef, in un lungo documento che intende proporsi come guida per tutti i presuli francesi, ha invitato sostanzialmente a scegliere la strada del dialogo per comprendere quale sia il messaggio che Castellucci intende comunicare con la sua opera ed esorta a «uscire dal sogno di una società “naturalmente” cristiana». Non sono mancati però vescovi che hanno apertamente appoggiato le manifestazioni parigine contro lo spettacolo di Castellucci, come quello di Vannes, monsignore Centène, o quello di Bayonne, monsignor Aillet.
A livello mediatico il quotidiano cattolico La Croix ha preso con decisione le difese dello spettacolo, e dopo averne pubblicato una recensione positiva si è ritrovato il sito invaso da insulti e svariate accuse, tra cui quelle di appartenere alla massoneria e di partecipare a un complotto giudaico. (leggi)
In un articolo uscito su Popoli di gennaio, relativo al cattolicesimo integralista francese, il giornalista di La Croix, Nicolas Senèze, fa notare la differenza tra due opere che, in cartellone contemporaneamente a Parigi, hanno attirato le ire dei manifestanti: ovvero la pièce di Castellucci e «Golgota Picnic», dello spagnolo Rodrigo García: «Nella prima - scrive Senèze - è possibile discernere, al di là delle provocazioni, un’autentica riflessione sull’abbandono da parte di Dio dell’uomo sofferente, nell’altra gli attacchi contro il cristianesimo sono puramente gratuiti».
Michele Ambrosini

© FCSF – Popoli