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Il rabbino Laras: "Lo Stato si limiti a tutelare la salute"
1° ottobre 2012
«Non è corretto da parte delle autorità pubbliche entrare nel merito di una pratica religiosa. Quando lo fanno sbagliano, come è avvenuto in Germania dove un tribunale ha sentenziato che la circoncisione maschile è un reato. Si tratta di una decisione abnorme e ha fatto bene il governo tedesco a bloccarla». Come i rabbini e le comunità ebraiche tedesche anche rav Giuseppe Laras, ex rabbino capo di Milano, si schiera contro la sentenza sulla circoncisione emessa dal tribunale di Colonia. Una posizione netta la sua, anche se ci tiene a chiarire: «È ovvio però che se queste pratiche ledono l’integrità fisica di una persona o le procurano danni è giusto che i responsabili ne rispondano davanti alla legge».

Perché gli ebrei circoncidono i neonati?
Nella Bibbia è scritto (Genesi 17, 11-14): «(...) circonciderete la carne del vostro prepuzio e ciò sarà il segno del patto tra me e voi». E, ancora: «All’età di 8 giorni (...) verranno circoncisi tutti i maschi, nati in casa o acquistati con denaro o stranieri (...). Il maschio non circonciso (...) verrà tagliato fuori dalle sue genti perché avrà infranto il mio patto». La circoncisione (milà in ebraico) è quindi il patto che lega l’ebreo al Signore. Per questo motivo nella tradizione ebraica la circoncisione è un rito importante e fondamentale. Non è un caso che anche le famiglie ebraiche più tiepide nei confronti della religione la praticano ai figli.

Perché proprio la circoncisione è il simbolo dell’alleanza con il Signore?
È difficile rispondere a questa domanda senza ricorrere all’ausilio dei midrashim tradizionali (cioè le interpretazioni della Scrittura). In quest’ottica, direi che la circoncisione viene effettuata in quella parte del corpo estremamente sensibile e finalizzata alla trasmissione della vita per sottolineare in questo modo la presenza sacrale di Dio.

Quando vengono circoncisi i bambini? Da chi?
La milà viene praticata l’8° giorno dalla nascita. La circoncisione dovrebbe essere fatta dal padre oppure, nel caso di assenza o inadeguatezza del genitore, da una persona delegata dal padre (mohel). Tradizionalmente, il mohel è un ebreo credente e praticante, meglio se medico. Spesso tuttavia si ricorre anche a medici ebrei non praticanti, purché siano consapevoli di effettuare un’operazione tipicamente religiosa.

Come viene effettuata?
Il mohel tira la pelle che ricopre il glande, recidendola. A questa operazione segue la peri’a, ovvero lo scoprimento del glande da una pellicola residua. Infine ha luogo la metzizà, cioè l’eliminazione del sangue rimasto in loco. Se il bambino è itterico, sottopeso (cioè pesi meno di 3 kg) o ha altri problemi di salute la milà viene rinviata. Chi è emofiliaco non viene circonciso. In questo caso vale il principio della salvaguardia della vita sopra ogni cosa.

La pratica della milà è accettata dalla legge italiana?
Sì, non c’è mai stato alcun problema. Le circoncisioni vengono sempre effettuate da persone esperte e conosciute, abilitate dai rabbinati locali.

C’è differenza tra circoncisione e mutilazioni genitali femminili?
La circoncisione non è una mutilazione e non mette a rischio la funzionalità dell’organo. Si toglie un po’ di pelle, restituendo la normalità a un organo che nasce sovrabbondante. In questo senso l’uomo collabora con Dio nel rendere «perfetto» il neonato. Le mutilazioni genitali femminili, al contrario, sono causa di sofferenze fisiche e psichiche per le donne che le subiscono.

Quindi qual è il limite della libertà religiosa?
Il limite è il pericolo per la salute e l’integrità della persona. Lo Stato può intervenire solo se esiste una minaccia all’integrità o se sono state procurate lesioni alla persona.
Enrico Casale
© FCSF – Popoli
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