Uccisi, depredati o, nel migliore dei casi, cacciati da una città che abitavano da (almeno) 1.400 anni: è il destino dei cristiani di Mosul, la seconda città dell'Iraq, travolta dall'offensiva dei terroristi dell'Isis (Stato islamico dell'Iraq e del Levante). Una situazione che ha spinto i vescovi a lanciare l'ennesimo grido di allarme al governo di Baghdad e alla comunità internazionale.
(Nella foto la lettera araba equivalente alla N di Nazareni, con cui i terroristi sunniti hanno segnato le case dei cristiani di Mosul)