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di Pavia Media Research
Ambiente e salute nei Tg: vince l'allarmismo

In primo luogo la dimensione quantitativa: ambiente e sanità entrano nell’agenda dei notiziari, sebbene nella parte bassa della classifica delle tematiche più diffuse. In Italia la percentuale di notizie dedicata all’ambiente da parte dei sette telegiornali analizzati (Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5, Studio aperto e TgLa7) è del 4,9%, mentre la sanità è al penultimo posto della graduatoria con il 2,8%. Si tratta di valori medi annui che risentono dei differenti gradi di attenzione e sensibilità di ciascuna testata. Più dei valori in sé, vanno considerate alcune voci presenti nella parte alta della classifica dell’agenda italiana: criminalità al terzo posto e curiosità e costume al quarto.

La stessa considerazione emerge dal confronto europeo. Qui la comparazione riguarda le edizioni del prime time dei principali telegiornali pubblici di cinque Paesi (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Italia). I dati dell’ammiraglia pubblica italiana sono in linea con quelli delle testate europee. Il Tg1 è primo nell’attenzione ai temi dell’ambiente con il 6,4% (media europea 4,9%), ultimo in quella dedicata alla salute con il 3,1% (media europea 4,4%). A sorprendere è, anche qui, il confronto con le altre voci dell’agenda: da una parte la scarsa attenzione del nostro Tg ai temi dell’economia, del lavoro e della politica estera, dall’altra, la notevole rilevanza attribuita alle notizie di criminalità - soprattutto sui «casi criminali» (Sarah Scazzi, Yara Gambirasio, ecc.) - e a quelle dedicate a curiosità, gossip e costume.

Passando ai contenuti, le prime tre voci che compongono il tema dell’ambiente riguardano rispettivamente i disastri naturali, le condizioni del clima e le emergenze ambientali. Tra i disastri naturali (i dati riguardano l’intero 2011) rientrano, in particolare, il terremoto e lo tsunami in Giappone, così come le alluvioni che hanno colpito Genova e il territorio ligure poco più di un anno fa.

Sotto la voce «condizioni del clima», molte sono le notizie relative alle emergenze provocate dal maltempo, mentre, tra le emergenze ambientali, hanno trovato particolare risonanza sia quella dei rifiuti in Campania sia quella nucleare di Fukushima.

Per la sanità, la voce principale riguarda le notizie sulla salute. Di queste, alcune evidenziano una stretta relazione tra la salute e l’ambiente: si tratta degli allarmi per gli effetti delle radiazioni della centrale di Fukushima o ancora per le possibili conseguenze della crisi dei rifiuti a Napoli. Altre pongono in relazione la salute con il clima: dagli allarmi per il «caldo torrido» fino a quelli per il «freddo polare», seguendo tutte le tonalità e le gradualità stagionali. Molte le notizie connesse all’alimentazione (ad es. allarme obesità) e al benessere psichico. Presenti anche molte notizie su fumo, alcol e droga, focalizzate sugli aspetti di dipendenza, effetti e patologie.

Hanno trovato riscontro parecchie notizie riguardanti l’emergenza epidemie - dall’influenza A al «batterio killer» Escherichia coli. Una parte della comunicazione sulla sanità ha riguardato la voce malasanità e disservizi. Piuttosto contenute le notizie dedicate alla bioetica: testamento biologico, suicidio assistito, congelamento degli embrioni, maternità in età avanzata. Del tutto residuale lo spazio riservato alla ricerca medico-scientifica.

Un’ultima considerazione sui toni: nelle notizie su ambiente e sanità si evidenzia un carattere spesso emergenziale e allarmistico, che è connesso sia a una dimensione «congiunturale» attorno a cui ruota la maggior parte di queste notizie, sia a una certa spettacolarizzazione che finisce col far dimenticare in fretta la sostanza e la concretezza del fatto per passare a raccontare l’emergenza successiva.

È assai probabile, quindi, un certo «effetto disorientamento» tra il pubblico: da un lato la paura suscitata dai continui allarmi e dall’altro la sensazione di impotenza, di ineluttabilità. E, infine, una perdita di senso rispetto alle vere emergenze, perché se tutto è emergenza, nulla è emergenza.

Stefano Mosti

© FCSF - Popoli, 1 dicembre 2012