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di Pavia Media Research
Aspettando Expo
Expo 2015 è ormai alle porte, ma la sua visibilità nelle news è ancora assai ridotta. Da inizio 2014 fino al metà marzo (blitz di Beppe Grillo ai cantieri e poi arresti per appalti truccati), l’Expo è stata quasi inesistente nei Tg serali di Rai, Mediaset e La7. Poi un lampo, nella prima metà di maggio, quando esplode l’inchiesta sulle presunte tangenti e sia Grillo, per contestare, sia Renzi, per rilanciare, fanno tappa a Milano. Altre occasioni di ribalta sono l’allarme di Maroni sui rischi di ritardi (10 giugno), le nuove inchieste (14 luglio) e, infine, ultima fiammata, la visita di Renzi ai cantieri (13 agosto).

La vicenda delle inchieste
- con arresti, interrogatori, blocco dei cantieri - pervade la comunicazione sull’Expo (65%) nei primi otto mesi monitorati. Il caso, già rilevante in sé, s’inserisce in un contesto contrassegnato dagli scandali legati alle grandi opere (Mose a Venezia). I Tg si concentrano sugli aspetti giudiziari e i riflessi politici, relegando ai margini i temi propri dell’Expo, mentre prende piede il rischio che le indagini aggravino la situazione già poco brillante dello stato di avanzamento dei lavori (11% delle notizie).

Gli eventi di promozione sono l’8%: alcuni inseriti nella logica di queste manifestazioni (presentazione della mascotte Foody; treno speciale da Venezia per far conoscere l’Expo a tutta Italia, ecc.); altri caratterizzati da contrasti e polemiche (proposta di trasferire i Bronzi di Riace a Milano, di esporre all’Expo capolavori dell’arte italiana, ma tutti i musei interpellati si sono detti contrari, ecc.). Non mancano anche decise prese di posizione contro l’evento, con Grillo protagonista in ben 18 notizie (8%). Le nomine relative all’Expo, in particolare quella di Raffaele Cantone a vigilare sulla trasparenza degli appalti, sono il tema di 13 notizie (5%).

Pochissimo si è parlato dei temi proposti dalla manifestazione e anche in tali casi domina il registro della polemica. Gli interventi delle istituzioni (Napolitano e Renzi in primis), volti a rilanciare un evento di cui alcuni temono il flop, s’inseriscono in una cornice negativamente connotata per le vicende giudiziarie. Finiscono così in primo piano la «cupola politico-affaristica», «Tangentopoli» - alcuni personaggi coinvolti furono già protagonisti di «Mani pulite» negli anni Novanta -, la «bufera giudiziaria», le «mazzette», con i politici che parlano di «rapina» (Grillo) e di «prendere a calci chi ruba» (Renzi). E le notizie su una «task force per salvare l’Expo» non fanno che rimarcare il cattivo stato di salute dell’immagine dell’evento.

Nella comunicazione, infine, spicca l’assenza quasi totale delle categorie che, dato il tema di Expo 2015 (Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita), ci si aspettava di trovare: esponenti dell’agroalimentare italiano, delle associazioni, del mondo scientifico e culturale. A sei mesi dall’inaugurazione, l’auspicio è che questo magro raccolto possa crescere, soprattutto in qualità, e che riescano a farsi spazio i temi proposti da Expo 2015.
Enrico Esposto
Osservatorio di Pavia

 

© FCSF - Popoli, novembre 2014