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Aver Drom, un altro cammino
Jean-Baptiste produce oggetti grazie a Refugee Scart, progetto patrocinato dall’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati. Kewory, dopo un tirocinio finanziato dal Comune di Roma, lavora come magazziniere nella grande distribuzione. Kamal sta realizzando il suo sogno di fare il sarto in Italia, mettendo a frutto il sapere acquisito nel suo Paese. Ripon, dopo aver frequentato un corso per pasticcere, ora prepara brioche e prodotti da forno nella capitale.
Nel corso degli ultimi anni il progetto per la semiautonomia «Aver Drom» ha accolto principalmente minori stranieri non accompagnati provenienti perlopiù da Afghanistan, Bangladesh, Costa d’Avorio, Egitto e Mali.
Aver Drom in lingua romaní significa «altro cammino». I giovani ospitati dalla struttura del Centro Astalli partono dai loro Paesi perché scelgono di costruirsi un futuro diverso in Italia. L’Aver Drom accoglie minori di età compresa tra i 16 e i 18 anni e neomaggiorenni privi di occupazione, in via di apprendimento lavorativo o in formazione con l’obiettivo di fornire loro gli strumenti utili a relazionarsi autonomamente nella società italiana attraverso il rafforzamento delle proprie capacità.

L’Aver Drom realizza progetti di inclusione sociale che riguardano le aree del lavoro, della formazione scolastica, della situazione sanitaria e di quella giuridico-legale, sostenendo anche minori che presentano la richiesta di protezione internazionale.
Nel panorama dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati a Roma emergono alcuni aspetti critici - così come rilevato in una recente pubblicazione, I minori stranieri a Roma: quadro statistico e analisi dei percorsi di integrazione - che riguardano l’accesso al lavoro, la formazione scolastica e lavorativa, la mediazione linguistico-culturale. Più in generale emerge ancora una scarsa capacità del sistema di fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per raggiungere autonomamente un livello di qualità della vita accettabile una volta compiuti 18 anni, quando i giovani devono lasciare le strutture di accoglienza.

Per i ragazzi è indispensabile arrivare ai 18 anni di età con i requisiti necessari a convertire il permesso di soggiorno per «minore età» in permesso per motivi di lavoro o di studio, aver compiuto una buona formazione scolastica e lavorativa, aver garantito il diritto alla salute e a una sistemazione abitativa adeguata.
In questo senso, anche dopo il compimento della maggiore età, l’équipe dell’Aver Drom si occupa di aiutare i ragazzi nella regolarizzazione dello status giuridico, nell’accesso alla abitazione e nella ricerca di una occupazione. Il volontariato è di sostegno al lavoro dell’équipe e il suo intervento non si sostituisce a quello degli operatori, ma lo integra. Teresa, ad esempio, si occupa di aiutare Kawsar nel suo percorso mirato all’ottenimento del diploma di terza media in giugno. Sally insegna inglese a tutti i ragazzi, fondamentale per trovare lavoro. Pablo e Syrilus si occupano di svolgere attività educative con gli ospiti coinvolgendo anche un gruppo di ragazzi italiani.
Andrea Anzaldi e Lucio Fabbrini

«DIRITTI ALLA META»
Per realizzare attività di inclusione sociale che non si limitino al tempo della minore età (quando le norme sembrano tutelare maggiormente i ragazzi), il Centro Astalli ha recentemente firmato un protocollo di intesa con l’associazione Ai.Bi. (Amici dei bambini) per la realizzazione del progetto «Diritti alla meta».
Il progetto, già svolto con ottimi risultati a Bologna, prevede l’intervento di intermediari sociali che, in continuità con il lavoro svolto da Aver Drom e in collaborazione con il suo personale, svolgerà attività di sostegno ai ragazzi pronti a lasciare la struttura di accoglienza al 18º compleanno. L’intermediario sociale accompagnerà i neomaggiorenni nella vita fuori dalla comunità in modo da aiutarli a raggiungere la piena autonomia cercando di sostenerli nei momenti più difficili.
© FCSF - Popoli, 1 marzo 2014