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Da Migdàl a Vicenza e ritorno
Migdàl: forse il nome aramaico ai più non dice nulla, ma se si cita una donna che là ha vissuto, Maria Maddalena, allora si capisce perché. Magdala. Nell’antichità, Migdal Nunaya (torre dei pesci) era un fiorente centro dell’industria di salatura del pesce sulla riva occidentale del lago di Tiberiade (nella foto), attraversata dalla Via Maris, la lunga arteria che collegava l’Egitto alla Siria.
Nell’ultimo decennio i padri francescani della Custodia di Terra Santa hanno lavorato alacremente al sito, rinvenendo il porto e il complesso delle terme. Conclusi i lavori, di fronte alla difficoltà di trovare una comunità di frati in loco per mantenere il sito aperto ai pellegrini, la diocesi di Vicenza si è fatta avanti tramite don Raimondo Sinibaldi, direttore dell’ufficio pellegrinaggi, e una squadra di volontari. Lo abbiamo intervistato.

L’idea di creare un ponte tra la Terra Santa e una diocesi italiana attraverso l’invio continuativo di volontari è una novità?
L’accordo è unico nel suo genere e pone per la prima volta una diocesi a servizio della Custodia e dei pellegrini. Una volta terminati i lavori per la messa in sicurezza e l’allestimento dell’area destinata all’accoglienza, l’antica Magdala sarà finalmente visitabile.

Quali sono le caratteristiche di Migdàl/Magdala?
La città ha la caratteristica eccezionale di essere giunta a noi quasi incontaminata, perché completamente abbandonata dopo la sua distruzione. Questo ha permesso ad archeologi, numismatici, ceramologi, geologi e antropologi di restituirci molte informazioni. Siti come Magdala e la vicina Cafarnao consentono una lettura incarnata dei brani evangelici: leggere lì parabole come quella della dracma perduta o del paralitico calato dal tetto fa guadagnare una comprensione più viva.

Qual è il compito dei volontari?
Saranno formati per guidare i pellegrini durante la visita al sito. Chiediamo la disponibilità per un minimo di 45 giorni e un massimo di tre mesi. Sarà per loro un’occasione di testimoniare l’importanza di conoscere il Gesù storico. Inoltre vorremmo approfondire tre tematiche specifiche: Gesù e il lago, Gesù compagno di strada sulle vie della Galilea, Maria di Magdala.

* * *
Il significato profondo di questo accordo sembra aprire orizzonti nuovi nella collaborazione ecclesiale ed è da ritenere un vero segno dei tempi. Nel XIII secolo il Papa affidò la custodia dei luoghi santi ai frati minori. Essi hanno lodevolmente assolto a questo incarico, non di rado anche a prezzo della vita. Oggi anche i laici sono chiamati a collaborare a questo servizio. Non si tratta di fare semplicemente i guardiani di un museo: la presenza di laici che collaborano con consacrati nella vita religiosa ridà vigore alla testimonianza ecclesiale. È bello che questo avvenga proprio qui, nella patria di colei che, dopo essere stata guarita da profondi intrighi interiori, è stata la prima testimone del Risorto.
Paolo Bizzeti SJ

 
OLTRE AL SITO, UN NUOVO MUSEO

Lo storico Giuseppe Flavio del I secolo documenta che la città di Migdàl contava allora 40mila abitanti, aveva 230 barche di sua proprietà e dunque poteva considerarsi il porto commerciale principale del tempo. Le dimensioni dei banchi della sinagoga coeva a Gesù, rinvenuta recentemente, insieme ai mosaici e agli affreschi caratterizzati dal colore blu che era estratto da un pesce molto caro, testimoniano l’importanza della città.
Oltre al sito di Magdala, un altro importante progetto sta per decollare: si tratta del Terra Sancta Museum 2015, che porterà all’apertura di due nuove sedi museali nel cuore della Città vecchia di Gerusalemme: il rinnovato Museo Archeologico della Custodia di Terra Santa, nel Convento della Flagellazione, e il nuovo Museo Storico della Custodia che sarà allestito nel Convento di San Salvatore.


 

© FCSF - Popoli, 1 gennaio 2014