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Amici del Medio Oriente
Il decalogo Amo

Proponiamo in dieci puntate il «decalogo Amo»: dieci inviti che intendono orientare i pellegrini durante il cammino. Si tratta di una «piccola bussola» che Amici del Medio Oriente si è data per marcare il suo modo di procedere, convinti che lo stile fa la differenza e accanto al «dove» o «cosa» è importante il «come». Siamo certi inoltre che può essere un utile strumento non solo per itinerari nelle terre bibliche ma per tutti coloro che, pellegrinando, cercano con cuore sapiente.

1. Entra nel deserto e lì «parlerò al tuo cuore» (Os 2,16b)
Il deserto - inteso qui nel suo duplice senso, geografico e figurato - è un luogo di essenzialità, di separazione e di prova. Lì s’incontra il Signore così come si è, nella propria verità, senza maschere. È importante quindi disporsi a vivere questo tempo lasciandosi attirare dal Signore: Lui solo è il primo! Noi e le nostre cose veniamo dopo: perciò il distacco dalle occupazioni e dalle preoccupazioni quotidiane, nonché dalle persone con cui si è in contatto abitualmente, è una scelta fondamentale da abbracciare. Per questo, ad esempio, è vietato l’uso dei cellulari durante il giorno, tranne in casi di emergenza e reale necessità.

LA VOCE DEL SILENZIO
2. Ascolta «la voce sottile del silenzio» (1Re 19, 12b)
Il Signore parla nel silenzio. Custodire il silenzio esteriore è il presupposto necessario al silenzio interiore. La contemplazione della Terra, l’ascolto della Parola e la preghiera personale richiedono una disposizione docile al silenzio. Ogni giorno sono previsti dei tempi di silenzio, anche durante gli spostamenti in pullman. Pertanto, questi momenti non sono da utilizzare per la condivisione, la conversazione, gli acquisti o per visite individuali.

LASCIATI GUIDARE
3. Lasciati guidare e così «ti solleverò su ali d’aquila» (Dt 32,11)
L’incontro con il Signore richiede di «de-centrarsi» e di uscire dai propri schemi per lasciarsi orientare e condurre dalla sua Parola. Il pellegrinaggio è un cammino geografico, biblico e spirituale insieme: il programma è accuratamente pensato per accompagnarti in questo! L’invito è a fidarsi degli organizzatori (che considerano molti fattori, non sempre comunicabili o evidenti, talvolta discutibili), a non voler tutto pianificare e sapere anzitempo ma, piuttosto, a lasciarsi portare e provocare dalla Parola, dai luoghi che si visitano, dalle persone che si incontrano, dalle parole che si ascoltano. Il suggerimento è di disporsi a contemplare e a ricevere, più che a voler tutto capire e analizzare, permettendo allo Spirito di lavorare con gradualità dentro ciascuno.

DOVE FISSARE LO SGUARDO
4. Non fissare «lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili»  (2Cor 4,18)
Ricuperare la bellezza dell’essere prima e senza l’avere è un passaggio non semplice ma importante da compiere. Solo così gli occhi non si impoveriscono «lanciandosi sulle cose», non rinunciano a contemplarle e goderle in se stesse, prima di oggettivarle per mettersele in tasca e portarsele via. Evitare pertanto un uso smodato e consumistico delle macchine fotografiche e degli apparecchi di ripresa.

LA CACCIA AL SOUVENIR
5. «Non accumulare tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano, ma in cielo» (Mt 6,19)
La preoccupazione per l’acquisto di oggettistica e souvenir per sé o per altri in ogni luogo di visita va fortemente ridimensionata. L’organizzazione prevede vari tempi dedicati a questo. Pertanto, fuori dai momenti e dai luoghi stabiliti da chi conduce il pellegrinaggio, s’invita alla sobrietà, a non indulgere nel consumismo, a rimanere in gruppo e a non disperdersi.

RISPETTA GLI ORARI
6. «Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo» (Qo 3,1)
La buona riuscita del pellegrinaggio dipende molto dall’organizzazione e dal rispetto dei tempi. La puntualità e la disciplina sono importanti per evitare di appesantire lo scorrere della vita del gruppo e non provocare disguidi.

DOVE DORMIRE?
7. Non curarti di dove dormirai e prendi «i pasti con letizia e semplicità di cuore» (At 2,46)
Il pellegrinaggio richiede flessibilità e spirito di adattamento. Gli alloggi, scelti per avere contatto con più ambienti e stili, sono di vario tipo e hanno livelli e modalità gestionali diversi. In Medio Oriente, poi, gli standard di pulizia e igiene sono in genere inferiori a quelli italiani. Inoltre, i frequenti spostamenti a piedi e in pullman, l’affollamento dei luoghi santi, la ricchezza del programma richiedono di contenere i tempi del pranzo. Per questo, si è scelto di consumare un pasto frugale e semplice, spesso «al sacco». Ciò richiede duttilità e collaborazione.

NON SMETTERE DI STUDIARE
8. Ricorda che «una mente retta ricerca il sapere, la bocca degli stolti si pasce di stoltezza» (Pr 15,14)
Prepararsi seriamente al pellegrinaggio, anche attraverso un percorso di studio e approfondimento culturale, è importante per evitare di non riuscire a cogliere appieno le tante informazioni che vengono date in loco e tornare a casa soltanto con qualche fuggevole emozione religiosa. Il materiale preparatorio e le schede che vengono distribuite durante le varie tappe del pellegrinaggio sono dunque strumenti utili da conservare e leggere attentamente. Questo lavoro di tipo culturale è assolutamente complementare a quello spirituale.

UN RAPPORTO PERSONALE
9. «In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine» (Tb 4,19)
Il pellegrino è il primo responsabile del proprio cammino interiore. Occorre pertanto che ciascuno cerchi di rapportarsi personalmente con l’unico Maestro e Pastore che è Gesù Cristo, piuttosto che dipendere da chi guida il pellegrinaggio. Ignazio di Loyola scrive a questo riguardo: «Chi propone gli esercizi (…) lasci che il Creatore agisca direttamente con la creatura, e la creatura con il suo Creatore e Signore» (Esercizi spirituali, n. 15). Ognuno sia attivo e vigilante, capace di sfruttare al meglio anche i momenti di attesa, di pausa e i trasferimenti in pullman.

DONO DI GRAZIA
10. «Benedetto sarai al tuo entrare e benedetto al tuo uscire» (Dt 28,6)
Visitare le terre bibliche - e in particolare la Terra di Gesù - è un privilegio che non tutti hanno la possibilità di sperimentare. Se si comprende quale grande dono di grazia si riceve attraverso il pellegrinaggio, tutto apparirà lieve, bello e utile.

 

 

© FCSF - Popoli, 2 gennaio 2012