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di Pavia Media Research
L'Armenia all'esame di maturità
Il 6 maggio 2012 l’Armenia ha eletto il nuovo parlamento. Sono state le prime consultazioni dopo le contestate elezioni presidenziali del 2008, seguite da violenti scontri di piazza che provocarono la morte di dieci persone e il ferimento di oltre trecento. La missione internazionale di osservazione elettorale guidata da Osce/Odihr (l’Ufficio per le Istituzioni democratiche e i Diritti umani dell’Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa), dalle Assemblee parlamentari dell’Osce e del Consiglio d’Europa, nonché da una delegazione del Parlamento europeo, ha concluso che le elezioni sono state «caratterizzate da una campagna elettorale competitiva, vibrante e ampiamente pacifica». Tuttavia, «disparità di condizioni dovute a violazioni nella campagna elettorale, casi di pressione sugli elettori e carenze nelle procedure per reclami e ricorsi, sono stati motivo di preoccupazione».

Il giudizio fotografa la situazione di un Paese in evoluzione, da parte di un’organizzazione internazionale come l’Osce che dal 1996 ben otto volte ha svolto il ruolo di osservatore in Armenia. Il Paese ha un grado di democratizzazione superiore rispetto ai Paesi confinanti, ma persistono problemi significativi. Ad esempio, nonostante la legge proibisca esplicitamente ai dipendenti pubblici di impegnarsi nella propaganda elettorale, sono stati osservati numerosi casi di insegnanti, presidi e studenti coinvolti anche durante le ore di didattica in eventi a favore del principale partito di governo, il Partito repubblicano (Hhk).

La campagna elettorale si è connotata anche per gli innumerevoli «regali» fatti agli elettori prima del voto. Una forma di persuasione politica che è stata espressamente vietata dal nuovo Codice elettorale. Eppure, Gagik Tsarukyan, facoltoso imprenditore locale e leader del partito Armenia prospera (Bhk), ha distribuito gratuitamente 500 trattori, adornati con adesivi del suo partito, in tutte le regioni del Paese e senza subire conseguenze penali.

Ma nel complesso la commissione elettorale ha svolto il proprio ruolo in maniera trasparente, sebbene resti alta nella popolazione la sfiducia nella correttezza del processo elettorale, una sfiducia alimentata da carenze organizzative come quelle riscontrate nel registro dei votanti. La missione Osce/Odihr ha verificato, ad esempio, sei casi di edifici distrutti durante il terremoto del 1988, in cui  diversi elettori risultavano ancora registrati come residenti.

Nonostante una limitata eterogeneità in termini di contenuti, i media hanno garantito accesso a tutti i maggiori partiti politici, permettendo agli elettori di essere informati sulle diverse posizioni politiche. Anche la coalizione dei partiti di opposizione, il Congresso nazionale armeno (Hak), guidata dall’ex presidente Levon Ter-Petrosyan, ha beneficiato di uno spazio sulle principali televisioni per presentare le proprie idee. Il telegiornale della rete pubblica H1 ha dedicato al blocco di opposizione la stessa quantità di tempo offerta al Partito repubblicano al governo con l’attuale presidente, Serzh Sargsyan. Tuttavia, fra le reti private, è rimasta una divisione politica, al punto di trasmettere nei notiziari materiali di propaganda preparati dai partiti politici che erano veri e propri spot elettorali. Queste pratiche chiaramente danneggiano la credibilità dei media stessi e minano l’autonomia del sistema informativo.

Alla fine, sei dei nove partiti o coalizioni che si sfidavano sono entrati in Parlamento. Il partito del presidente Sargsyan ha vinto nettamente (44,1%), ma senza maggioranza assoluta. Il blocco del Congresso nazionale armeno ha ottenuto il 7,1% di voti, superando per un soffio la soglia di sbarramento fissata per le coalizioni al 7%. Le autorità armene, la nuova assemblea parlamentare e i partiti politici dovranno ora dimostrare ai cittadini di saper gestire in maniera più trasparente e inclusiva le elezioni presidenziali previste per l’inizio del 2013, con la comunità internazionale attenta a verificare quante delle raccomandazioni suggerite dagli esperti dell’Osce/Odihr saranno messe in atto.

Giuseppe Milazzo

© FCSF - Popoli, 1 agosto 2013