Tra le minoranze etniche che storicamente vivono in Italia ci sono anche i cimbri. Le origini di questo popolo si perdono nella leggenda. Una tradizione ritiene che siano i diretti diretti discendenti dell’omonimo popolo, proveniente dall’attuale Jutland, in Danimarca. I cimbri antichi invasero l’Italia sul finire del II secolo a. C. ma, sconfitti dall’esercito romano guidato da Gaio Mario e ridotti a pochi superstiti, si ritirarono attorno alle prealpi Venete mantenendo linguaggio e cultura. La maggioranza degli storici però ritiene che i cimbri discendano dai coloni tedeschi chiamati da feudatari imperiali tra il X ed il XII secolo a popolare l’Altipiano di Asiago, e qui impiegati come boscaioli, allevatori e agricoltori.
La comunità cimbra ha conosciuto un notevole sviluppo sotto la Repubblica di Venezia e fino alla prima guerra mondiale. Poi, per effetto dell’italianizzazione forzata imposta dai fascisti e dallo spopolamento delle montagne, la comunità si è ridotta. Sono ancora presenti nelle province di Belluno, Trento, Verona e Vicenza. La loro è una cultura legata alla montagna, alle coltivazioni di cereali, allo sfruttamento equilibrato delle risorse boschive, all’allevamento. Nei secoli hanno anche sviluppato una forte tradizione culinaria. Tra i locali che portano avanti questa tradizione c’è il ristorante La Huta (che in lingua cimbra significa baracca da lavoro). Nato nel 1890 come osteria e punto di ritrovo dei boscaioli, una ventina di anni fa è stato trasformato in ristorante. Oggi si servono specialità come i crauti ottenuti dalla fermentazione del cavolo cappuccio, il pastin (un piatto di carne tritata e speziata), ma anche i gnocchi e il pane fatti in casa, tipici della cucina povera delle montagne venete e trentine.
LA HUTA Via Pian Osteria 1, Farra d’Alpago (Bl)