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La Turchia vista da vicino

AMO è in contatto regolare con persone che vivono in Medio Oriente e che i pellegrini incontrano negli itinerari proposti dall’associazione. Tra queste, Roberto, Gabriella e Costanza Ugolini (nella foto con padre Paolo Bizzeti, presidente AMO). La loro scelta è quella di vivere in Turchia «da famiglia», sulle orme di quella di Nazareth, ben inseriti in un contesto che anzitutto cercano di capire e amare per quello che è. L’articolo coglie la realtà da un punto di vista socio-politico, tassello indispensabile per ogni altro discorso. Nei prossimi mesi altri interventi presenteranno non «la» Turchia, ma, come dicono i più acuti osservatori, «le» Turchie.

«Ai primi di maggio, a Istanbul, la Turchia si è confrontata con l’Italia e in particolare con una rappresentanza delle più importanti imprese e associazioni economiche italiane.

Mentre Grecia, Portogallo, Spagna, Italia, Francia, Inghilterra e altre blasonate nazioni, arrancano, si prevede che il Pil di questo Paese nel 2012 crescerà del 6,5%, dopo l’8,5% del 2011 e il 9,5% del 2010. Questo significa che la Turchia è oggi la 16ª economia mondiale e la 6ª in Europa!

Fra tanti «freddi» numeri, una nota più umana è rappresentata dalla sua crescita demografica: la Turchia, con i 75 milioni di oggi e i 100 milioni tra vent’anni, ha un numero di giovani invidiabile anche dai Paesi africani e asiatici.

È per questo che Confindustria, Abi, Ice, Unioncamere, Rete Imprese Italia hanno guidato qui 160 aziende, 10 gruppi bancari, 23 associazioni imprenditoriali, tutte interessate a entrare in contatto ravvicinato con questo «fuoriclasse».

L’Italia attualmente è il quarto partner commerciale di Ankara. Costruiamo già, in questo Paese, autostrade, scuole, ospedali, oleodotti e va anche molto bene il settore elettronico ed elettrotecnico. Da non trascurare che alcune imprese italiane stanno lavorando all’estero in collegamento con imprese turche: in Polonia, per la costruzione di una metropolitana, in Russia per un nuovo terminal a San Pietroburgo, in Oman per un’autostrada. Istanbul sta inoltre progettando la costruzione del terzo ponte sul Bosforo, che collegherà meglio l’Europa con l’Asia.

Asia! È anche questo privilegio geografico che rende la Turchia interessantissima. La sua posizione, ponte fra Europa, Medio Oriente ed ex repubbliche sovietiche, e la superiorità economica nei confronti dei Paesi che stanno vivendo la «primavera araba», rendono il quadro intrigante.

Parlare di Turchia solo in termini economici o geopolitici sarebbe però riduttivo. Questa nazione infatti sta attraversando, al suo interno, una fase molto importante. Il primo ministro lavora incessantemente per un progressivo distacco dalla struttura militare e da ciò che questa ha sempre significato. È perciò in atto una completa revisione della Costituzione varata dopo il colpo di Stato militare del 1980.
Un altro passo è stato compiuto pochi giorni fa, quando la moglie del primo ministro è entrata in Parlamento per il 92° anniversario della fondazione dell’Assemblea nazionale turca. Fino ad oggi l’ingresso non era aperto alle consorti degli invitati, perché il velo era bandito nelle manifestazioni e nelle sedi pubbliche, in nome della laicità dello Stato. Il problema del velo è molto sentito in Turchia, tanto che molte studentesse lasciano gli studi non potendo portarlo nelle scuole e nelle università. Amnesty International considera tale imposizione una violazione nella libertà d’espressione.

Ecco un abbozzo di panorama sulla Turchia che, con i suoi molti volti, interroga il nostro vecchio continente, lo affascina, lo attira, lo lascia perplesso».


Famiglia Ugolini


© FCSF - Popoli, 1 giugno 2012