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La conversione parte dai piedi
Ogni luogo in cui si vive esclusione, emarginazione e miseria si può definire periferia, come rigetto di un’umanità che non serve alla vita e alla sicurezza di quella che viene definita la società opulenta. Papa Francesco indica una strada da seguire, iniziando dal visitare, dal capire e dal farsi carico di tali realtà. Potremmo dire che la conversione parte dai piedi, dal camminare fra la gente, nel varcare le soglie di quelle case in cui dieci persone abitano in due stanze e che condividono il gabinetto sul pianerottolo con un’altra famiglia che vive in altre due stanze.
Per capire, per conoscere, per parlare è necessario varcare delle soglie, come si fa entrando nelle carceri, altre periferie che spesso assomigliano a discariche umane. Quanti cancelli bisogna varcare prima di poter abbracciare un detenuto che ha voglia di redimersi, di cambiare vita, sempre che la società civile sia in grado di accoglierlo e di offrirgli un nuovo cammino di legalità e di lavoro.

Se riconosciamo la presenza delle periferie esistenziali è dovere di coscienza e di cultura aggiornarsi di continuo sulle cause che si succedono nel moltiplicare i fenomeni di esclusione e di emarginazione: e non sono solo cause immediatamente riconducibili a fattori economici.
La dispersione scolastica e l’abbandono che, per esempio, affliggono i ragazzi delle periferie, sono causati dalla inadeguata attenzione e competenza che la scuola presta a quei processi di apprendimento e di acquisizione del linguaggio che in ambienti deprivati caratterizzano i bambini fin dalla prima infanzia. (...) L’ignoranza è spesso la causa più dolorosa che blocca lo sviluppo di personalità libere e socialmente aperte, in grado di partecipare e di raggiungere un livello di responsabilità, non solo per il vivere personale, ma anche per interagire in progetti collettivi.
Ritorna la domanda di come intervenire in una situazione così complessa e dolorosa. Sull’esempio di Gesù che aveva la strada come cattedra da cui insegnare ai discepoli, anche Francesco esce dal palazzo e dalla chiesa per incontrare, per conoscere, per capire. La sua azione è preceduta dalla commozione e da quel sentire prossimità con gli ultimi e i più poveri. (...)

A essere realistici, forse l’esempio che Francesco offre alla Chiesa e agli uomini del nostro tempo, è la scommessa più difficile da vincere. È più facile assentire ai discorsi che mettersi sulla strada con lui e vivere quelle periferie che sono tanto vicine al nostro quotidiano. L’energia necessaria lui stesso la suggerisce quando la sua preghiera ha valore di semplicità e accomuna con decisione alla preghiera stessa che Gesù viveva nel sollevare chi era caduto e a guarire chi era perduto. L’eucarestia quotidiana a Santa Marta indica la centralità del farsi pane spezzato, come Gesù, per raggiungere le periferie del mondo con la forza del suo Spirito.
Fabrizio Valletti SJ


IL PAPA VISTO DA SCAMPIA
Fabrizio Valletti, gesuita, vive nella comunità di Scampia (Napoli). Nel 2004 è stato tra gli ispiratori e i fondatori del Jesuit Social Network, la rete delle attività sociali della Compagnia di Gesù in Italia. Questo testo è un breve estratto del discorso che Valletti ha tenuto il 12 marzo in collegamento video con Milano, in occasione dell'incontro organizzato da Popoli sul primo anno di papa Francesco. Il testo integrale è pubblicato nell'e-book In poche parole, Francesco (Emi, euro 4,49), disponibile su tutte le librerie digitali.


© FCSF - Popoli, 24 aprile 2014