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Osservatorio
di Pavia Media Research
Maghreb: la parità di genere si conquista anche in Tv

L’autonomia femminile e il riconoscimento delle donne come agenti dello sviluppo sociale, economico e culturale sono missioni prioritarie delle Nazioni Unite. In questo contesto, l’Unesco si è assunta il compito di promuovere l’uguaglianza di genere nei contenuti dei media, sostenendo le potenzialità di radio, stampa, televisione e nuovi media.

In particolare, l’Ufficio che si occupa di Algeria, Marocco, Mauritania e Tunisia, con sede a Rabat, ha programmato una strategia di miglioramento della rappresentazione delle donne nei media del Maghreb francofono, per gli anni 2010-2013, con l’obiettivo di incentivare un cambiamento concreto nel trattamento dell’immagine delle donne nei contenuti mediatici, incoraggiando tutti i professionisti e gli operatori del settore, i centri di formazione e le istituzioni politiche a riflettere e a impegnarsi sulla materia in questione.

Prima e durante il piano di azione 2010-2013, sono stati pubblicati dall’Unesco tre volumi dal titolo Femme et télévision au Maghreb, Femmes et radio au Maghreb, Femmes et médias au Maghreb: manuali per il miglioramento dell’immagine della donna nei programmi Tv e in quelli radiofonici, i primi due; una guida relativa ai media nel loro complesso, il terzo, destinato alla società civile, perché acquisisca più consapevolezza circa l’immagine femminile stereotipata diffusa dai media maghrebini e conosca gli strumenti che associazioni e movimenti per i diritti umani, per le donne, per le pari opportunità possono mettere in campo in vista di un cambiamento.

Un quarto volume dedicato alla stampa (Femmes et presse écrite au Maghreb) e redatto da chi scrive insieme a Manuela Malchiodi, dell’Osservatorio di Pavia, è in corso di pubblicazione. Come spiega anche il sottotitolo, Guida pratica per il miglioramento della rappresentazione delle donne nella stampa del Maghreb francofono, si tratta di un manuale volto a fornire indicazioni per un cambiamento, in senso positivo, dell’immagine della donna nei giornali algerini, marocchini, mauritani e tunisini, in edicola e online, in francese e in arabo. La prima parte contiene una panoramica sullo stato della rappresentazione femminile nella stampa dei quattro Paesi considerati, la seconda una serie di casi di studio, a partire dai quali vengono fornite indicazioni pratiche su come produrre contenuti giornalistici volti a favorire le pari opportunità piuttosto che ostacolarne il cammino.

La ricerca a tavolino svolta per redarre una panoramica sullo stato delle cose e l’analisi dei casi di studio mostrano una duplice tensione, di cui giunge qualche eco anche sulla stampa internazionale, in atto nel Maghreb. La prima riguarda l’universo femminile: le donne maghrebine sono state investite, dalla primavera araba in poi, da un vento di cambiamento che le ha portate rapidamente a dover misurare la loro tradizione con la modernità, sul piano dei diritti, dell’identità, dei ruoli, delle relazioni di genere.

La seconda concerne l’informazione: in forma e misura diversa secondo i Paesi, i sistemi dell’informazione in Maghreb stanno faticosamente affermando la propria libertà, in un processo di affrancamento da regimi politici che hanno spesso compromesso i principi fondamentali di un’informazione libera e democratica e anche, molto semplicemente, le prime buone regole per un’informazione capace di includere e rappresentare in modo non stereotipato le donne.

Gli stereotipi sono rappresentazioni semplificate della realtà. Un’informazione esaustiva e pluralista, che rifletta la diversità sociale e culturale di un contesto, rinunciando a immagini semplificate e riduttive della realtà, è una prima garanzia contro la diffusione di pregiudizi sessisti.

Gli stereotipi hanno radici profonde nella storia di ogni Paese, si trasmettono da una generazione all’altra tramite processi di socializzazione formali e informali, ed è facile riprodurli inconsciamente. Un’informazione obiettiva e imparziale che riconosca l’importante ruolo delle donne nello sviluppo sociale, economico e culturale di un Paese, avendo coscienza dei rapporti gerarchici che hanno storicamente caratterizzato i rapporti fra i generi, è un’altra garanzia contro la diffusione di stereotipi che possono violare i diritti e la dignità delle donne.


Monia Azzalini

© FCSF - Popoli, 1 marzo 2013