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Radio fa rete, rete fa radio
La radio è un mezzo di comunicazione ed espressione che invece di subire l’evoluzione tecnologica ha saputo raccoglierla, integrarla, fondersi con essa. Il risultato è che crea rete, favorisce la creatività, offre la possibilità di esprimersi, raccontare, informare, connettere. Con un cellulare in tasca e la connettività, la radio si fa praticamente a costo zero.
Ci accompagna alla scoperta di questo mondo di comunità tanto vive quanto invisibili una realtà italiana: Spreaker. È un’applicazione disponibile su cellulari e web che consente di creare un programma radiofonico personale e di seguire tutti quelli che vuoi. Si definisce uno studio di broadcasting che sta in tasca, e lo è. Ecco come funziona, raccontato con un occhio di riguardo al non profit.

Il punto di partenza è creare un profilo dal sito www.spreaker.com. Viene suggerita una prima fase di esplorazione; è piacevole farsi dare consigli, che arrivano puntuali per tutti con l’invito a seguire i talenti selezionati dalla community di Spreaker, in modo da avere contenuti sempre nuovi da ascoltare. Intrattenimento, sport, informazioni, cultura, tecnologia, arte, hobby, scienza e, naturalmente, musica sono il menu di base: cliccare su uno di questi contenuti significa diventarne follower e, dopo avere scelto se seguire alcuni amici nel caso in cui ci si sia registrati tramite l’account Facebook, eccoci alla pagina del proprio profilo utente. A questo punto non resta che scegliere il proprio palinsesto, e ce n’è per tutti, con una prevalenza netta di contenuti tematici verticali o territoriali, ovvero gli ambienti ideali di ciò che serve al fundraising.

L’applicazione, poi, ti permette di creare e condividere i contenuti audio
persino in diretta, ovunque tu sia. Puoi registrare la cronaca di una partita di calcio, creare contenuti audio di intrattenimento, trasmettere eventi live e condividerli con gli amici su tutti i più importanti social network: oltre che ascoltatore, puoi diventare broadcaster. Lo hanno fatto i ragazzi della primavera araba: alcuni giovani egiziani, ad esempio, hanno adottato Spreaker; lo hanno usato per informare e informarsi, finché hanno potuto.
L’ascolto può essere in diretta o con ricerca dei podcast, e in più è possibile interagire, commentare, scambiare informazioni, preferenze e chattare. Spreaker è disponibile su iPhone e iPod touch, cellulari e tablet Android, Windows Phone, e su iPad con Spreaker DJ.
Dell’iniziativa hanno parlato TechCrunch, Wall Street Journal, Forbes, Robert Scoble sul suo blog, per cui non si può dire che non abbia suscitato l’interesse anche di grandissimi broadcaster e blogger attenti all’innovazione, ma in realtà è quello delle comunità che ne fruiscono il mondo più vivo e interessante.

La formula è interessante perché ogni Onlus, inviato, volontario, studente, esperto, artista può creare il proprio progetto di radio. Una Onlus può fare radio «dal campo» sfruttando la possibilità di trasmettere a 128kbps, quindi con reti anche di bassa capacità.
Prendiamo, per esempio, un progetto del Magis, l’Ong dei gesuiti italiani. Siria, una guerra vicina che non fa notizia se non per certi eventi che «bucano» per la loro atrocità. Tra i campi di azione e intervento di Magis nella regione c’è «Sostegno ai profughi», un intervento per costruire un centro di riabilitazione per bambini e ragazzi dai 3 ai 16 anni, con attività psico-educative, ricreative, artistiche e sociali finalizzate alla riduzione delle crisi, allo sfogo della tensione e ansia accumulata dalla situazione di conflitto vissuta. Si tratta di attività formative non formali che cercano anche di colmare la lacuna scolastica.

Grazie a Spreaker il Magis potrebbe far sentire la propria voce, quella delle persone là impegnate ma anche degli stessi bambini. Basterebbero 15 minuti al giorno per fare cronaca e informazione, ma anche per avvicinare, ridurre le distanze, portare i rumori di un giorno in un campo di rifugiati, magari pochi secondi, che però riducono le distanze. Sarebbe un «servizio» a tutti coloro che hanno deciso di sostenere il Magis, darebbe la concretezza di un suono, di una voce, di una presenza che racconta, come se fossimo vicini, come se si fosse «tribù» insieme.

Un esempio molto bello di impiego di Spreaker per finalità sociali è quello di Radio Immaginaria (www.radioimmaginaria.it). È una radio fatta solo da adolescenti, dagli 11 ai 17 anni, è nata a Castel Guelfo di Bologna nel 2010 e trasmette da ogni luogo sia possibile, con l’unico criterio del divieto di accesso ai «grandi»: indipendenza totale. Ha migliaia di ascoltatori al giorno, cresce, diverte, e ha cominciato a far parlare di sé anche nei grandi circuiti mediatici, come la Rai. Ha un canale YouTube, viaggia su Facebook, usa attivamente Twitter e altro. Raccoglie anche il 5x1000. Insomma è sveglia, e forse un po’ suona la sveglia anche a chi fa fundraising, informazione indipendente, cultura, musica, e tutto il resto.

Giovanni Vannini
@giovvan



 

© FCSF - Popoli, 16 maggio 2014