| Con l’inizio del 2014 Carta Canta cambia registro proponendovi una
variazione di metodo nell’analisi. Le domande che ci ponevamo alla
nascita di questa rubrica resteranno le stesse: «Di cosa parliamo quando
diciamo “straniero”? Quale idea abbiamo di società lontane geograficamente
e culturalmente dalla nostra? Come ci siamo costruiti un’opinione
su realtà sociali o culturali di cui non abbiamo esperienza diretta? E
ancora: che incidenza hanno immagini, concetti, narrazioni utilizzate dai
mezzi di informazione sul nostro modo di guardare l’altro, sulle idee che
ci facciamo?». Ora vorremmo assumere una prospettiva diversa, dedicandoci
ogni mese all’analisi di un solo periodico.
Apriamo questo nuovo percorso con Sette, supplemento del Corriere
della sera, del quale abbiamo analizzato i numeri usciti il 15, 22 e 29 novembre.
Il settimanale è organizzato in quattro sezioni: Opinioni, Attualità
(che includono storia di copertina, reportage e servizi speciali), Stili di vita
(moda, casa, auto, orologi, bellezza) e Piaceri&Saperi (scuola, libri, arte,
benessere). Ogni sezione occupa lo stesso numero di pagine e ospita un
numero costante di articoli «internazionali», con una curiosa polarizzazione
tra le sezioni informative e di commento come Attualità (43 pagine su
64 pari al 67% delle pagine della sezione) e Opinioni (4 su 23 pari al 17%,
percentuale comunque discreta) e le sezioni di costume, dove non c’è
quasi traccia di proposte extraoccidentali nemmeno tra i consigli di lettura
(una pagina su 44, pari al 2%). Complessivamente resta il fatto che Sette
destina un buon 37% delle proprie pagine ad Asia, Africa e America latina.
Nelle Opinioni il testo prevale sulle immagini. I commenti, che privilegiano
uno stile argomentativo, sono centrati su Obiettivi del millennio (Povertà
sconfitta? Molto probabile di Danilo Taino, 15 novembre), politica internazionale
(Per vedere l’effetto che fa la pace Iran-Usa, di Jean-Marie Colombani,
22 novembre), genocidio (Le storie di un giardino in un fumetto, di
Stefano Jesurum, 22 novembre), simboli religiosi (La lezione della tv di
Oslo e della Fallaci, 29 novembre).
Nella sezione Attualità è sempre presente un reportage o una storia di
copertina o uno speciale nei quali la comunicazione si appoggia in modo
preponderante su immagini di grande formato e qualità. In Sette del 15
novembre, ad esempio, il servizio di sei pagine sui diritti violati da Israele
con la costruzione del muro in Cisgiordania si regge sulle foto di Josef
Koudelka. Nella stessa sezione trovano spazio anche rubriche fisse, di
una pagina ciascuna, intitolate Latinos, MediOrienti, AfrAsia, con notizie di
attualità economica, politica e culturale. Rispetto a Opinioni il tono è più
divulgativo e viene dato spazio a interviste e testimonianze. I grandi servizi
fotografici e le rubriche privilegiano la descrizione delle realtà esterne,
mentre gli altri servizi si occupano delle interazioni tra culture: immigrazione,
integrazione (per esempio, L’ambulatorio solidale per mamme migranti,
7 novembre; Comune «deleghistizzato» offre banconote di solidarietà agli
immigrati e Amir, che per essere italiano è diventato Massimo, 22 novembre);
rapporti economici (Con la pasta fresca ha conquistato Londra e Un
successo fondato su 10 milioni di banane, 22 novembre); viaggi e turismo
in tutto il mondo, con sei servizi prenatalizi nel numero del 29 novembre.
Delle sezioni Stili di vita e Piaceri & Saperi colpisce l’assenza di articoli
che interessano la nostra analisi: quasi che l’attenzione posta da Sette
nel conoscere e informare sulle dinamiche sociali e politiche degli scambi
culturali non riesca ad avere un controcanto nelle sezioni che si occupano
delle proposte su vestire, mangiare, cura di sé e stili di vita.
M. G. Tanara e E. Schiocchet |
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