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Osservatorio
di Pavia Media Research
Tg europei: l'agenda dell'insicurezza

L’Osservatorio europeo sulla sicurezza - costituito da Demos & Pi, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis - ha presentato l’8 marzo scorso il V Rapporto sulla sicurezza in Italia e in Europa relativo al 2011. L’Osservatorio «monitora» le percezioni dell’opinione pubblica in Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna in materia di sicurezza, e il principale Tg pubblico di ciascuno di questi Paesi, classificando le notizie in base alla presenza o assenza di connotati ansiogeni. Per quanto concerne i Tg, è possibile porre a confronto i comportamenti delle testate ed evidenziarne i cambiamenti rispetto ai periodi precedenti.

Un primo dato, costante in tutte le cinque rilevazioni, è la preminenza, nel primo Tg Rai, della componente ansiogena legata ai fatti criminali (51,9%, a fronte di una media complessiva del 29,6%). Continua, dunque, la «passione criminale» del Tg1 che si manifesta sia attraverso una serie di notizie di reati, sia presentando veri e propri serial (Sara Scazzi, Yara Gambirasio, Melania Rea ecc.).

Un secondo aspetto è la predominanza, in quasi tutti i Tg europei, delle preoccupazioni per il peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini (in media 35,1% delle notizie, con punte del 45,8% in Germania e 45,2% in Spagna). In Italia, al contrario, per buona parte del 2011 la crisi economica è apparsa un problema che toccava marginalmente e il dato medio è risultato il più basso (16,5%). In aprile il Tg1 non presentava alcuna notizia relativa alla crisi: una spia evidente di come ci si sia illusi a lungo che l’Italia potesse evitare i problemi economici (o, almeno, la loro rappresentazione).

Inoltre, in tutti i telegiornali europei viene assegnato ampio spazio alle crisi internazionali: l’insicurezza legata a nuove guerre nel mondo, tema a cui è dedicato il 14,5% delle notizie, riguarda principalmente la crisi libica.

La quarta componente delle notizie ansiogene nei Tg europei riguarda i problemi di salute (6,9%), con al centro almeno tre emergenze sanitarie: il pericolo di una nube radioattiva e di contaminazione del suolo e del mare per le esplosioni nella centrale nucleare di Fukushima; l’allarme diossina in Germania che si estende in tutta Europa; lo scandalo delle protesi mammarie difettose prodotte in Francia ed esportate in tutto il mondo.

Il timore per gli atti terroristici (in media al 5,1%) è presente in quasi tutti i Tg, con il resoconto della situazione in Afghanistan e con il ricordo dei militari vittime di attentati. Segue l’insicurezza legata alla distruzione dell’ambiente (4%), collegata alla conferenza sul clima di Durban e alle emissioni di anidride carbonica. Di scarso peso il timore di incidenti stradali (2,4%).

Riguardo all’immigrazione, complessivamente nei Tg europei il fenomeno non viene tematizzato in modo ansiogeno (media del 2%), mentre in Italia occupa il quarto posto nell’agenda dell’insicurezza, con oltre 150 notizie ansiogene (7,3%): sono perlopiù relative agli sbarchi a Lampedusa, seguiti alla primavera araba. Tuttavia gli sbarchi, pur evocati come emergenza nazionale, hanno avuto scarsa incidenza sull’opinione pubblica italiana, perché rappresentati come un’emergenza localizzata sull’isola. La modalità con cui è stata rappresentata l’immigrazione - non associata alla criminalità come in passato, proprio perché riferita a un contesto e a luoghi definiti - trova una corrispondenza nel calo (rispetto al 2010) della preoccupazione degli italiani nei confronti di questo fenomeno.

Antonio Nizzoli

© FCSF - Popoli, 1 aprile 2012