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Stranieri nostrani
Sono diventati indispensabili in un settore chiave della produzione italiana: si tratta degli immigrati che lavorano nell’agroalimentare. Dai campi ai piccoli laboratori, fino alle industrie, sono qui ritratti da Gin Angri, Antonella Di Girolamo e Dino Fracchia, fotografi di BuenaVista photo
(agosto-settembre 2014)
Accade di ascoltare: «La vendemmia quest’anno è salva grazie agli immigrati»; «non avremmo abbastanza braccia per raccogliere la frutta». Non servono gli episodi più crudeli di sfruttamento per sapere che il sistema produttivo agricolo italiano oggi si fermerebbe senza lavoratori di origine straniera. Nelle campagne oltre un decimo dei braccianti sono albanesi, marocchini, indiani, ghanesi e di numerosi altri Paesi. Non si produrrebbe Barolo senza macedoni né Brunello senza tunisini. E poi c’è chi è attivo nelle migliaia di piccole e medie industrie alimentari. A conferma che un contributo consistente - in termini di quantità, ma anche di qualità del Made in Italy alimentare -, è dato da chi, forse, domani sarà italiano. Nei campi del Nord come del Sud, nelle aziende che producono prosciutto, formaggi, pollame, una galleria di ritratti scattati da tre fotografi attenti alle trasformazioni della società italiana, racconta questa dimensione già «mondiale» del nostro cibo.
Antonella Di Girolamo

Antonella Di Girolamo, fotogiornalista residente a Roma, lavora da circa vent’anni nel mondo dell’editoria italiana e straniera. Insegnante di fotografia presso Upter (Università popolare di Roma), documenta numerosi aspetti della società italiana
in trasformazione. (openversus.photoshelter.com)

Gin Angri, comasco, ha iniziato l’attività di fotografo nel 1980 lavorando nel campo della fotografia pubblicitaria, industriale, di architettura. Dopo un decennio in Mozambico, dove si è dedicato alla formazione e alla realizzazione di iniziative culturali, negli anni Novanta si è impegnato in ex Jugoslavia, Somalia e ancora in Mozambico, dove ha documentato il processo di pacificazione. Al rientro in Italia svolge attività come freelance, privilegiando i temi sociali. (www.ginangri.it)

Dino Fracchia, milanese, fotografo professionista dal 1973, collabora con le maggiori testate italiane ed estere (www.dinofracchia.it). Le sue foto sono state esposte in numerose mostre personali e collettive. Dopo i primi reportage sul terremoto in Friuli e sul disastro di Seveso, si è occupato più volte di problemi sociali (dalla droga alle carceri minorili) e di tradizioni culturali. Ha documentato la nascita dei movimenti ecologisti e pacifisti in Europa, la guerra in Bosnia e le migrazioni dei profughi albanesi. Nel 2010 è stato tra i fondatori di BuenaVista photo, il primo archivio collettivo di fotografi freelance italiani, di cui fanno parte i tre autori delle immagini.

2014. Pianeta cibo
Continua nel 2014 il viaggio per immagini dedicate al tema del cibo nelle sue mille declinazioni: fondamentale (e spesso carente) sostegno per la vita, occasione per promuovere o negare i diritti dei lavoratori e dell’ambiente, espressione di identità culturali, elemento di feste e riti. «Nutrire il Pianeta. Energia per la vita» è anche il tema dell’Esposizione Universale che si apre a Milano il 1º maggio 2015 e nella quale anche Popoli è coinvolta, attraverso la promozione
di alcuni eventi.

Si ringrazia per il contributo: Cisl Lombardia - In collaborazione con Altromercato