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Gmg2013, in Compagnia dei giovani
25 giugno 2013
Per la Chiesa cattolica brasiliana (e non solo) questo 2013 sembra essere un anno pensato in modo particolare per i giovani. Ad essi è anzitutto dedicata la Campagna di fraternità lanciata in Quaresima: si tratta di un’iniziativa annuale della Conferenza episcopale brasiliana che, dal 1964, propone ai fedeli un tema unico di riflessione, per dare sostegno a un ambito concreto del nostro vivere come cattolici. Nel 2013 la Campagna si prolunga per tutto l’anno ed è stato scelto appunto il tema della gioventù, con questo titolo e versetto guida: «Fraternità e gioventù - “Eccomi Signore, manda me!” (Is 6, 8)».

A Rio de Janeiro, poi, dal 23 al 28 luglio si svolgerà la Giornata mondiale della gioventù (Gmg). Nei giorni precedenti i gesuiti brasiliani organizzano la Giornata Magis, che riunisce giovani di tutto il mondo accomunati dalla spiritualità ignaziana. Cominceranno l’incontro a Salvador Bahia, svolgeranno poi missioni in tutto il Brasile per arrivare a Rio alla vigilia della Gmg.
Occuparsi dei giovani, camminare con loro, è imprescindibile per qualsiasi istituzione impegnata in una missione universale nello spazio e nel tempo. Nello spazio, perché i giovani simboleggiano energia, entusiasmo e coraggio; senza questo vigore le organizzazioni sprofonderebbero nell’inerzia e nella sonnolenza della routine. Quante organizzazioni religiose soffrono oggi di mancanza di giovani e per questo si respira in esse una triste aria di declino. Nell’appello di Gesù a portare il Vangelo in tutte le nazioni, la Chiesa ha riconosciuto l’importanza di raggiungere la gioventù per incontrarvi discepoli missionari che continueranno il processo di evangelizzazione.

La minaccia maggiore viene però dal tempo. Il poeta Virgilio ha immortalato l’esperienza del fluire del tempo nel verso che dice: «Ma fugge intanto e rapido s’invola il tempo irrevocabile, mentre noi vaghiamo, prigionieri d’amore». I sociologi ci ricordano costantemente che le istituzioni soffrono di una tensione interna inesorabile. Da un lato vivono del carisma, dell’ispirazione, dello slancio e dell’entusiasmo che i giovani sanno infondere. Dall’altro, lentamente si appesantiscono con regole e norme che le rendono più vecchie. Se mancano i giovani, la componente istituzionale finisce per affogare il carisma.
Basta guardare alcuni Paesi in cui il cristianesimo fino a ieri irradiava vita e inviava missionari per il mondo: oggi, in quelle nazioni, carenti di giovani, si trascina stanco e con occhi tristi verso il crepuscolo. Il cristianesimo si potrà salvare solamente se aprirà le porte per lasciare entrare il vigore dei giovani.

La Chiesa del Brasile non è immune da tutto ciò. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, anche qui mancano giovani in grado di animare la vita ecclesiale. Si insinua invece, sempre più spesso, un certo spirito post-moderno che indirizza i giovani non verso l’utopia che abbiamo menzionato ma verso l’invecchiamento precoce degli ideali a opera del conformismo. Non basta essere giovani biologicamente. È importante esserlo nello spirito creativo: con nuove iniziative ed entusiasmo, con il sogno di costruire un mondo diverso.

È cosi che si sono fatti conoscere i giovani nel Forum sociale mondiale forgiando alcuni anni fa lo slogan: «Un altro mondo è possibile». Lo stesso vale per qualsiasi realtà sociale in cui si muovono. È possibile renderla diversa, rinnovata, piena di vita. Occorre svegliare i giovani dall’interno della Chiesa e della società per rinvigorirle con una presenza creativa ed entusiasta. La gioventù avanza solamente se si sente spronata da idee più alte e se si riesce a spogliare del germe corrosivo dello scoraggiamento, del disincanto e dell’accontentarsi del presente.
João Batista Libanio SJ
© FCSF – Popoli