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In Israele una foresta per ricordare il cardinale Martini
11 ottobre 2012
Una foresta sulle rive del Lago di Tiberiade ricorderà il cardinale Carlo Maria Martini e il suo impegno nel dialogo con il mondo ebraico. L’idea è stata lanciata da rav Giuseppe Laras, rabbino capo di Milano ai tempi in cui il cardinale era arcivescovo di Milano, ed è stata raccolta dal Keren Kayemeth LeIsrael, associazione nata nel 1901 che si occupa del rimboschimento e dello sviluppo ambientale di Israele; dalla Fondazione Culturale San Fedele, editrice di Popoli; e dalla Fondazione Maimonide, organizzazione nata a Milano con lo scopo di far conoscere l’ebraismo.

«In Israele - spiega Vittorio Robiati Bendaud, assistente di rav Laras - esistono già foreste intitolate a pontefici cattolici (Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), ma nessuna che porti il nome e il ricordo di un cardinale. Aggiungerei che quella intitolata a Carlo Maria Martini è la prima che nasce per iniziativa di un ebreo. Le altre sono state frutto della collaborazione tra ebrei e cattolici».

Rav Laras voleva ricordare in qualche modo il cardinale, morto il 31 agosto, e la sua attenzione al dialogo ebraico-cristiano. È stata la Bibbia a dargli l’ispirazione. «Il Salmo 1 - ricorda Robiati Bendaud - recita: “Beato l’uomo (…) che si compiace nella legge del Signore e la medita giorno e notte. Egli è come l’albero piantato sulle rive di un corso d’acqua, che dà frutto nella sua stagione, le cui foglie non cadono: ogni cosa che fa gli riesce bene”. Rav Laras ha così pensato a una foresta per ricordare un uomo che amava gli ebrei e le Sante Scritture».

Il progetto è stato quindi proposto al Keren Kayemeth LeIsrael, che lo ha accolto. «La foresta - spiega Silvio Tedeschi Samaia, presidente del Kkl Italia - sorgerà sulle rive del Lago di Tiberiade. Pianteremo non solo conifere, come tradizione, ma anche alberi da frutta. Affinché la foresta si possa chiamare tale dovrà avere almeno cinquemila alberi che potranno essere donati da persone e organizzazioni (info www.kklitalia.it). Ci piacerebbe che a donare gli alberi fossero parrocchie, diocesi, comunità ebraiche, enti locali, privati... Tutti insieme potremmo fare un’opera interessante per mantenere vivo il ricordo del cardinale. Anche perché nella tradizione ebraica l’albero è il simbolo della vita».

«Il cardinale Martini - conclude padre Lino Dan, superiore della Comunità dei gesuiti di San Fedele, a Milano - è stato un uomo del dialogo, interprete di quel Concilio Vaticano II che ha fatto dell’apertura alle altre fedi un punto fondamentale. Noi vogliamo rinnovare questo sentire profondo sia attraverso iniziative come quella della foresta sia attraverso “Il dialogo a due voci”, le letture parallele di brani biblici da parte di teologi cattolici e rabbini che da anni organizziamo al San Fedele. Un appuntamento che ripartirà a novembre».
Enrico Casale

Nella foto, rav Giuseppe Laras (a sinistra), insieme a Roberto Jarach,
vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
e al cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano.


© FCSF – Popoli