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Se l'innovazione è aperta
8 maggio 2013

Come aprire alle intelligenze di tutto il mondo (connesso) la soluzione dei propri problemi tecnici? Un esempio che dal Bangladesh porta in Nuova Zelanda passando dalla rete. E' l'argomento dell’articolo pubblicato sul numero di maggio di Popoli nella rubrica Inter@gire. L'infografica è invece dedicata alla diffusione del digitale in America latina.


 

In alcune scuole del Bangladesh i bambini stanno migliorando il proprio rendimento grazie alla luce notturna. In un Paese dove il 65% delle persone non ha accesso a infrastrutture di illuminazione pubblica moderne, la nonprofit Agami.org si è unita a OneMillionLights.org, una nonprofit statunitense, per dotare alcuni studenti di lampade a energia solare che consentono di leggere di notte.

Così, la produttività scolastica sta crescendo e i bambini cominciano a esprimere il proprio potenziale. Le lampade distribuite sono progettate per durare a lungo e capaci di dare quattro ore di luce, utile per consentire a quattro bambini di studiare se caricate per almeno sette ore durante il giorno.

Le opportunità che questi bambini, e altri in tutto il mondo, stanno vivendo sono state attivate anche grazie alla rete. Nel 2007 un’organizzazione il cui scopo era (letteralmente) accendere una luce sui problemi di povertà, sicurezza delle donne, alfabetizzazione e salute stava progettando un dispositivo di illuminazione che si ricaricasse con la sola luce del sole. L’idea era che offrire un uso combinato di torcia e lampada in un unico dispositivo indipendente da reti elettriche, a basso costo e di lunga durata, avrebbe risolto diversi problemi; ad esempio movimento in sicurezza e studio notturni, in aree rurali e senza illuminazione, in Africa e vari altri Paesi del mondo.

La progettazione del dispositivo, tuttavia, arrivò a un empasse: le risorse tecniche disponibili non riuscivano a risolvere un problema che in quel momento rischiava di rallentare se non addirittura fare arenare la buona riuscita del progetto e l’avvio di una produzione industriale.

Per superare la criticità, i progettisti decisero di lanciare su internet la sfida a risolvere quel problema. Così, in rete, fu attivata l’intera comunità mondiale di tecnici elettronici, che poterono cimentarsi nella soluzione. Chi l’avesse trovata, avrebbe avuto una ricompensa economica prefissata, ma anche la soddisfazione di partecipare a qualcosa di innovativo e utile allo sviluppo. La sfida venne presentata sulla piattaforma Innocentive (www.innocentive.com) e i 20mila dollari di premio furono vinti da un ingegnere elettronico della Nuova Zelanda. Il suo contributo consentì di sbloccare la situazione e realizzare finalmente un prodotto utile in molte situazioni di povertà, tra cui quella degli studenti in Bangladesh.

Innocentive è una delle piattaforme aperte di maggior successo per il reperimento di risorse capaci di risolvere problemi reali a fronte di un compenso. I casi in cui si è applicato un modello simile sono ormai i più diversi e vanno dal tritatutto alla semplificazione del processo di produzione di un componente di soluzioni antitubercolosi.
I settori coinvolti in queste sfide sono business management, chimica, informatica, ingegneria, architettura, agricoltura, matematica, scienze della vita e fisica.

Definito come parte di un open innovation marketplace, Innocentive ha visto e vede proporre sfide da entità che vanno dalla Nasa a The Economist, Scientific American e Nature. Tra i profili dei challenger, cioè di chi propone sfide, ci sono tutti i settori dove l’innovazione porta più valore: da organizzazioni che operano nella cooperazione internazionale a quelle del settore della difesa, dalle energie alle frontiere delle life science, e avanti fino ai governi.
Il fenomeno può essere concettualmente fatto rientrare tra quelli che oggi vengono comunemente iscritti nel modello del crowdsourcing, anche se in questo caso si tratta di attivare risorse tecniche altamente specializzate. Piattaforme considerate simili a Innocentive sono, tra le altre, ChallengePost e Kaggle.

In tutti i casi, si tratta di modelli retribuiti per trovare soluzioni innovative a problemi di frontiera. È un impiego evoluto della rete, che connette intelligenze tecniche, sociali e for profit, orientando pensieri, energie, risorse e competenze verso applicazioni immediatamente pratiche. La portata è interessante, in tutti i settori, come dimostrano le lampade-torce del Bangladesh.

© FCSF – Popoli
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