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Se l'innovazione è aperta
Come aprire alle intelligenze di tutto il mondo (connesso) la soluzione dei propri problemi tecnici? Un esempio che dal Bangladesh porta in Nuova Zelanda passando dalla rete. E' l'argomento dell’articolo pubblicato sul numero di maggio di Popoli nella rubrica Inter@gire. L'infografica è invece dedicata alla diffusione del digitale in America latina.

Data: 
8 maggio 2013
Tag: 
Arabia Saudita, riscatto rosa nella blogosfera
Il regno dei luoghi santi dell’islam e delle riserve di petrolio è anche uno dei Paesi in cui le donne sono più emarginate nella società. Blog e social network stanno però modificando lo scenario, con esiti ancora imprevedibili. L'articolo pubblicato sul numero di dicembre di Popoli.

Data: 
12 dicembre 2011
Tag: 
Una Ong contro il digital divide
«Un conto sono le città, dove ormai la connessione è veloce. Un conto sono le zone rurali, dove non esistono infrastrutture e collegarsi è davvero un’impresa». Così Girolamo Botter, presidente di «Informatici senza Frontiere», una Ong italiana nata nel 2005 che ha l’obiettivo di utilizzare le conoscenze e gli strumenti informatici per portare un aiuto a chi vive situazioni di emarginazione, descrive la situazione di Internet in Africa. «In molte delle principali città - continua - ormai è diffusa la banda larga. Quindi i tempi di connessione e i costi si sono notevolmente ridotti. Per quanto riguarda le zone rurali la situazione si complica. Qui la banda larga è un sogno. Le uniche due alternative sono gli impianti satellitari, che però hanno un costo elevato, e i telefoni cellulari, ma il collegamento è precario».

Per l’Africa, anche in questo caso si deve parlare di un bilancio in rosso?
Più che di un bilancio in rosso, parlerei di chiari e scuri. Se la situazione nelle zone rurali è difficile, nelle città ci sono ormai punte di eccellenza. Penso a Nairobi che, proprio grazie alla connessione veloce garantita dalla banda larga, si sta proponendo, con sempre maggiore successo, come centro di servizi informatici per il mondo anglosassone facendo concorrenza all’India (finora leader del settore).

«Informatici senza frontiere» ha progetti in Africa? Dove? E di quale tipo?
Come Ong abbiamo diversi progetti in alcuni Stati africani. Fondamentalmente i nostri interventi si concentrano in due tipologie di attività: la creazione di sale di informatica e la diffusione di un software per gestire piccoli ospedali.

In che cosa consiste il progetto delle sale informatiche?
Noi allestiamo sale con alcuni computer. Sono i personal computer che le aziende europee dismettono dopo soli tre anni di vita. Li prendiamo, li puliamo, risistemiamo l’hardware e installiamo software opensource: sistemi operativi Linux e il pacchetto OpenOffice. Ma non siamo fanatici dell’opensource. Se gli utenti ci chiedono software a pagamento, noi glielo installiamo. Li aiutiamo anche a creare le connessioni necessarie per collegarsi al Web. Ma non ci limitiamo ad allestire sale, facciamo anche corsi di alfabetizzazione informatica per colmare il digital divide ancora così diffuso in Africa.

In che cosa consiste il vostro software per gestire gli ospedali?
Si chiama Openhospital, è un software opensource che abbiamo sviluppato cinque anni fa in un piccolo ospedale vicino a Gulu (Uganda) gestito da un medico italiano. Permette di informatizzare la gestione di piccoli centri medici come quelli che lavorano nelle zone rurali africane. Il programma funziona così bene che molti ospedali ci hanno chiesto di poterlo utilizzare. Così oggi è installato sui Pc di una decina di centri in Kenya, Tanzania, Benin e Congo. E in altri cinque verrà installato a breve. I direttori sanitari ci hanno chiesto anche di formare la persone che utilizzeranno questo software, così abbiamo anche organizzato alcuni corsi.
Enrico Casale
Data: 
25 maggio 2011
Tag: 
Nasce Farafyn, il social network africano
Le nuove reti a fibra ottica sottomarine stanno migliorando la connessione soprattutto nelle regioni costiere, ma resta difficile la diffusione nelle zone rurali. Intanto però si diffondono i social network e recentemente ne è nato uno tutto africano.

Data: 
25 maggio 2011
Tag: