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Amici del Medio Oriente
Il senso del Medio Oriente

Cari amici di Popoli,
insieme con la rivista anche la nostra associazione vi saluta. Speriamo di incontrarvi nei nostri pellegrinaggi o in qualche altra occasione, accomunati dall’interesse per le terre bibliche. Il Medio Oriente, infatti, è un luogo speciale.

Sì, in questi anni si è approfondita sempre di più in noi questa convinzione. Le sue ragioni? Provo a elencarne qualcuna. La prima è che ripercorrendo la storia di Mesopotamia, Egitto, Siria, Turchia, Iran, Giordania e, ovviamente della terra di Gesù, entriamo in contatto con le nostre radici e con quelle di buona parte del mondo. La culla è stata lì! Nelle valli fertili dei quattro fiumi che l’attraversano - tre immensi e uno piccolo, ma estremamente significativo: Tigri, Eufrate, Nilo, Giordano - si svilupparono le prime coltivazioni agricole e le prime grandi «nazioni»: sumeri, egizi, accadi, hittiti, assiri, cananei, fenici, aramei, caldei e babilonesi, persiani, israeliti. Alcune delle città più antiche al mondo sono sorte qui: Uruk, Gerico, Çatal Hüyük, tutte risalenti ben oltre il 5000 a.C. Il tornio del vasaio, la ruota, il mulino, il pozzo, i canali… strumenti fondamentali per ogni sviluppo successivo furono inventati in queste regioni. Così le più antiche nozioni di astronomia e matematica.

Certo, la civiltà umana ha avuto vari bacini di sviluppo, per esempio in Cina, in Perù, nella valle dell’Indo, ecc. Ma la concentrazione di innovazioni che si è sviluppata in Medio Oriente è difficilmente uguagliabile. Qui nacque il primo corpus giuridico-sociale da cui tutti gli altri attinsero: il codice di Hammurabi (XVIII secolo a.C.). Così dicasi per la nascita della scrittura e di raffinati sistemi di archiviazione, alla base dell’organizzazione statale. La Grecia è l’altra componente della civiltà occidentale, ma anche i greci compresero che bisognava andare a Est per diventare una grande potenza mondiale.

Il Medio Oriente da sempre è luogo di passaggio: per terra, per mare o in aereo, la maggior parte delle rotte attraversa questa regione del globo da Est a Ovest e viceversa. In breve, con la geografia del Medio Oriente bisogna fare i conti.

È, poi, la culla delle tre grandi religioni «monoteiste», anche se sarebbero necessarie molte precisazioni a riguardo. Più di un terzo dell’umanità segue le intuizioni religiose nate in questa regione.

Oggi il Medio Oriente è una delle aree più importanti per le strategie geopolitiche mondiali: tutti vogliono mettervi lo zampino. Quando si tratta di una risoluzione Onu, anche se riguarda in fondo una piccola porzione di territorio come quella israeliana e palestinese, in tanti vogliono dire la loro: un segno di quanto sia importante e simbolico ciò che qui si gioca.

Ma soprattutto per noi cristiani, il Medio Oriente è davvero «casa nostra», la madre terra in cui siamo stati concepiti e la meta cui guardare. In un tempo di forte crisi, come può essere il nostro, un discepolo di Isaia scriveva alla gente dispersa e disperata del popolo di Dio: «Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore: guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo, vostro padre, a Sara che vi ha partorito; poiché io chiamai lui solo, lo benedissi e lo moltiplicai» (Is 51,1-2).

La nostra meta è la Gerusalemme celeste, che non può essere separata dalla Gerusalemme terrestre, come il Risorto non può essere diviso dal Crocifisso; i nostri occhi, se vogliono sostenere le brutture terribili della storia, devono avere lo sguardo fisso su ciò che Dio opererà proprio nella sua città: «E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: “Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro / ed essi saranno suoi popoli / ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. / E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi / e non vi sarà più la morte / né lutto né lamento né affanno, /perché le cose di prima sono passate”» (Ap 21,2-4).

Paolo Bizzeti SJ

 

© FCSF - Popoli, 1 novembre 2014